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mercoledì 25 Settembre 2024
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A Manduria la comunità riabilita i minori autori di reati

Ci sono anche quattro ragazzi della baby gang degli “orfanelli” di Manduria tra i beneficiari del progetto per la messa alla prova “Oltre l’ombra”, guidato dall’associazione di volontariato penitenziario Noi&Voi di Taranto. Il programma riabilitativo, che in tre anni coinvolgerà cento giovani che si sono resi protagonisti di reati in età minorile, è beneficiario di un finanziamento di 557mila euro erogato da “Con i bambini”, l’impresa sociale partecipata dalla Fondazione con il Sud che gestisce il fondo nazionale per il contrasto alla povertà educativa.

Il primo step del progetto è quello dei colloqui conoscitivi, propedeutici all’avvio di attività personalizzate e di comunità. Un passaggio preliminare che in questi giorni un’apposita équipe professionale ha condotto con i primi undici ragazzi segnalati dall’Ufficio di servizio sociale per minorenni. Tra questi anche alcuni degli “orfanelli”, che nel 2019 furono autori di continue vessazioni nei confronti del sessantaseienne disabile manduriano Antonio Stano, poi deceduto, a causa delle cattive condizioni di salute fatalmente trascurate.

«In casi più complessi come questo – spiega sul sito di “Con i bambini” il responsabile del progetto Donato Gigante – dove il reinserimento nella comunità d’origine è parte del processo di sostegno, bisogna partire piano piano, l’inserimento deve essere mediato. Per loro, ad esempio, stiamo pensando ad attività presso le riserve naturali della provincia orientale. Il volontariato ambientale nelle riserve orientali, patrimonio naturalistico pugliese tutelato, permetterà loro di far parte di una serie di azioni per restituire bellezza al territorio e facilitarli pian piano a risentirsene parte in modo legale».

L’innovatività del progetto sta nel coinvolgimento diretto delle comunità cittadine, chiamate ad accompagnare la progressiva riabilitazione dei ragazzi. I primi undici appena presi in carico seguiranno percorsi individualizzati nei comuni appartenenti agli ambiti territoriali socio-sanitari di Manduria e Massafra, dove già da luglio saranno impegnati in attività volte alla loro reintegrazione multidimensionale all’interno delle rispettive comunità di riferimento: formazione, accompagnamento lavorativo, educazione alla cittadinanza. Il progetto coinvolgerà anche le famiglie sia degli autori dei delitti sia delle vittime. Previste inoltre iniziative nelle scuole, finalizzate al riconoscimento e alla prevenzione delle situazioni di rischio. «Dai colloqui emergono aspetti positivi – racconta la psicologa del progetto Graziana Di Giuseppe – ad esempio, degli undici solo uno si è fermato alle medie, gli altri sono tutti diplomati ma ci sono anche aspetti negativi, come la mancanza di interessi. Spesso si preferiscono i videogiochi a casa ad un’attività sportiva, sociale o culturale esercitata con costanza».

Il contrasto all’apatia è un tema richiamato anche dall’assistente sociale Maria Grazia Marangi, nell’équipe del programma riabilitativo con Gigante, Di Giuseppe e Giovanni Paolo Pisconti, che si occupa del monitoraggio. «Mi preoccupano di più – dice Marangi – ragazzi con reati minori ma altrettanto gravi, con cui diventa fondamentale avviare percorsi di socializzazione sana. Per un altro giovane ascoltato in colloquio, ad esempio, la grande passione per le automobili può trasformarsi nell’iscrizione ad un corso di formazione professionale per meccanico, che questo ragazzo dice essere il suo sogno».

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