Home Attualità Caldo e moria di cozze a Taranto, Scalera “chiama” Emiliano

Caldo e moria di cozze a Taranto, Scalera “chiama” Emiliano

La moria delle cozze potrebbe far perdere alle cooperative locali circa l’80% della produzione, mentre il prodotto coltivato illegalmente nel primo seno del Mar Piccolo è stato già tutto venduto a prezzi inferiore non dovendo sostenere oneri fiscali, né oneri concessori. Il consigliere regionale di La Puglia Domani Antonio Scalera ha presentato un’interrogazione urgente al presidente Emiliano e all’assessore regionale alla Pesca per avere informazioni sulla realizzazione di un’area di stoccaggio in Mar Grande e quali provvedimenti urgenti di ristoro sono previsti per le numerose famiglie che lavorano nel settore.

L’abusivismo

Proprio negli ultimi giorni la polizia ha sequestrato e distrutto circa 400 chilogrammi di mitili potenzialmente nocivi per la salute perché in cattivo stato di conservazione. Ora Scalera chiede alla Regione di incontrare le altre istituzioni locali per mettere in campo provvedimenti urgenti.

Una crisi che si ripete

«Già lo scorso anno posi sul tavolo regionale la questione della crisi del comparto della mitilicoltura a Taranto dovuta essenzialmente alle alte temperature dei mesi estivi. Anche quest’anno le elevate temperature e il surriscaldamento delle acque stanno determinando la moria delle cozza tarantine che muoiono per asfissia in mare, in attesa di essere pescate. La situazione in cui versano i mitilicoltori tarantini, quelli in regola, è molto preoccupante e l’allarme è stato lanciato da tutte le associazioni di categoria che vedono distrutto un lungo lavoro e mesi e mesi di sacrifici. Tra le cause di questa grave crisi vi è anche la presenza eccessiva di prodotto nel secondo seno del Mar Piccolo, che è determinato dall’obbligo di trasferimento imposto dall’ordinanza della Regione Puglia del 2012», dice il consigliere regionale. Il Comune, intanto, ha anticpato il tavolo periodico che tiene per la mitilicoltura per affrontare la nuova emergenza.

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