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Due agenti aggrediti nel carcere di Taranto. Il sindacato: «Appena 350 poliziotti per 800 detenuti»

Lo scorso fine settimana due agenti di Polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Taranto sono stati aggrediti da alcuni detenuti e hanno dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso.

È quanto denuncia Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe, precisando che il primo episodio è avvenuto nel reparto femminile.

«Una detenuta con problemi psichiatrici, da poco trasferita dal carcere di Lecce, senza alcun motivo – aggiunge – ha aggredito una poliziotta, e dopo un po’ ha posto in essere un tentativo di suicidio, fortunatamente sventato grazie al coraggio dal personale in servizio». Dopo qualche ora, aggiunge Pilagatti, «un giovane detenuto di origini siciliane, anch’esso da poco giunto dal carcere di Melfi, sottoposto a vigilanza particolare poiché resosi responsabile di numerosi episodi di violenza, attirava l’attenzione del poliziotto di servizio colpendolo con un pugno».

A seguito di questi due nuovi episodi di violenza nei confronti di agenti di Polizia penitenziaria, il Sappe «si chiede cosa debba ancora accadere nel penitenziario del capoluogo ionico prima che i vertici dell’amministrazione penitenziaria intervengano».

Ci sono state, evidenzia il sindacalista, «interpellanze parlamentari, incontri con prefetto, sindaco, esposti alla procura della repubblica di Taranto, ma nulla si muove. Perché? Si è forse in attesa di eventi cruenti come l’evasione in massa dei detenuti, la morte di qualche poliziotto, l’incendio del carcere per intervenire?».

Come «è possibile – si chiede ancora Pilagatti – che si continui a riempire come un uovo il carcere di Taranto, arrivato a circa 800 detenuti, con un personale di polizia penitenziaria appena sufficiente per gestirne 350? Per far fronte all’emergenza e riportare un minimo di legalità, sarebbero necessari almeno 200 poliziotti».

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