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Ex Ilva, il grido di dolore dell’Aigi: «Situazione grave per l’indotto». Urso è fiducioso

«A oggi la situazione è molto grave. Imprese e lavoratori non sono nelle condizioni di andare avanti dopo due mesi di fermo. Non era mai accaduto»: ecco il grido di dolore dell’Aigi, l’associazione che riunisce e rappresenta le aziende che gravitano intorno all’ex Ilva di Taranto. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è però fiducioso: «C’è un clima nuovo, molto positivo, la piena consapevolezza dei problemi ma anche la determinazione a trovare le soluzioni; la volontà di procedere insieme con l’intenzione di rilanciare la siderurgia italiana asset fondamentale del sistema industriale. Questa è la strada giusta».

Secondo l’Aigi lo scenario è poco rassicurante. L’acciaieria è finita ancora una volta in amministrazione straordinaria, dopo il mancato accordo tra Invitalia e ArcelorMittal per il rilancio, e le ditte dell’indotto non solo non vengono ristorate, ma all’orizzonte non vedono neanche la possibile ripresa degli ordini. Mancano, d’altra parte, materie prime e programmazione delle attività. Pertanto, all’indomani del vertice convocato nella sede della Prefettura di Genova da Urso, l’Aigi «attende, come da accordi, la convocazione di un tavolo tecnico con Sace, Governo, Ifis, istituti bancari, commissari e Regione Puglia» per «condividere una soluzione che possa consentire alle aziende di attuare la cessione pro soluto dei crediti agli istituti bancari con la garanzia del gruppo assicurativo finanziario controllato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy».

L’associazione delle aziende dell’indotto fa sapere di avere fiducia nel Governo per quanto riguarda l’intricata questione dei crediti maturati dall’indotto nei confronti dell’ex Ilva. «La risoluzione – proseguono i vertici dell’Aigi – consentirebbe la continuità aziendale delle imprese dell’appalto strategico dell’ex Ilva e il rilancio produttivo dello stabilimento siderurgico».

Quanto alla cassa integrazione richiesta per i 2.600 lavoratori, «non è stata ancora approvata dall’Inps in attesa che il decreto (attualmente in discussione in Parlamento, ndr) diventi operativo mentre stanno per arrivare le scadenze del giorno 16, tra una settimana, data entro la quale vanno onorati contributi previdenziali, finanziari e Iva». La conseguenza, secondo l’associazione delle ditte dell’indotto, sarà che «le aziende che non risulteranno in regola con il Durc non potranno partecipare a eventuali gare d’appalto che consentirebbero la diversificazione produttiva. Ora più che mai è evidente l’assenza di prospettive».

Nel frattempo, in settimana, alla Camera continuerà l’esame del decreto per l’ex Ilva. Oggi, a partire dalle 13, è in programma la discussione generale del testo recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico.

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