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sabato 27 Luglio 2024
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Ex Ilva, le imprese dell’indotto sul piede di guerra: «Denunceremo Acciaierie d’Italia»

L’Ilva senza pace. Mentre Renzi da Bari tuona contro Emiliano, additando l’acciaieria come suo fallimento. In fabbrica, ieri, all’assembra dei soci l’Aigi l’associazione delle imprese dell’indotto di Acciaierie d’Italia, ora in amministrazione straordinaria (l’ex Ilva), ha chiesto, alle aziende associate un mandato a effettuare un’iniziativa legale verso la societa’ siderurgica. Si tratta di una procura speciale finalizzata a promuovere in sede giudiziaria denuncia-querela nei confronti di Acciaierie d’Italia e dei suoi rappresentanti. L’iniziativa riguarda la precedente gestione di AdI, ovvero la societa’ tra privato e pubblico con ArcelorMittal (socio di maggioranza) e Invitalia.

Fabio Greco, presidente di Aigi, afferma che si tratta di una procura speciale finalizzata a promuovere in sede giudiziaria denuncia-querela nei confronti di Acciaierie d’Italia e dei suoi rappresentanti. L’iniziativa riguarda la precedente gestione di AdI, ovvero la societa’ tra privato e pubblico con ArcelorMittal (socio di maggioranza) e Invitalia. «Sì c’e’ una denuncia in atto su quello che sta accadendo e su quello che e’ accaduto: gli amministratori che gestivano la societa’ in base alla quota pubblica del 38 per cento, staccavano gli ordini ma sono comunque arrivati nel modo che vediamo oggi – afferma Greco -. C’e’ quindi una responsabilita’ degli amministratori. Ci riferiamo alla precedente gestione di Acciaierie e anche Franco Bernabe’ ne faceva parte, non solo la quota parte privata. Due mesi fa l’avevamo detto, ma ci siamo fermati con l’iniziativa legale perche’ abbiamo avuto certezza dal Governo, da Mediocredito centrale e da Sace, che le cose si sarebbero risolte. Invece dopo due mesi non vediamo nulla».

In pratica, secondo ciò che afferma il presidente Greco manca l’accordo sulla cassa integrazione al ministero del Lavoro.

Un elemento questo che crea ancor più polemiche all’interno della fabbrica.

E Greco continua: «Attendiamo risposte dagli istituti bancari, come MCC, che ad oggi ha contattato solo due aziende dicendo che faranno sapere; attendiamo inoltre le risposte da Sace, che a sua volta attende che i commissari di AdI comunichino il piano finanziario e l’elenco dei creditori, che pero’ potranno fare solo dopo che il giudice portera’ avanti l’insinuazione al passivo». conclude Greco.

Intanto i riflettori sul’Ilva sono accesi dalla politica, in piena campagna elettorale Matteo Renzi a Bari, mentre annuncia che raccoglierà firme per le dimissioni dell’attuale governatore, va giù duro anche sull’Ilva, affermando che quello di Emiliano è un piano che ha fallito.

Dopo poche ore ribattono il deputato Ubaldo Pagano (Pd): «L’ex Presidente del Consiglio Renzi non perde occasione per rendersi ridicolo agli occhi degli italiani e dei pugliesi. Occorre ricordargli, però, che soprattutto sull’acciaieria è lui ad avere la responsabilità di una serie di decisioni che paghiamo ancora oggi». Sulla stessa linea Marco Lacarra, deputato del Pd: «Sull’Ilva non si è mai voluto sedere al tavolo con i territori che chiedevano una svolta green della produzione di acciaio, a tutela della salute dei tarantini e dell’ambiente»

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