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Ex Ilva, si decide il futuro: ecco i pretendenti. In pole un gruppo ucraino e due indiani

«Presumo che saranno tanti gli investitori internazionali e nazionali che manifesteranno il loro interesse» per l’ex Ilva. È quanto afferma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, alla vigilia dell’apertura delle buste con le manifestazioni d’interesse per il polo siderurgico, prevista per domani.

In pole ci sarebbero il gruppo ucraino Metinvest, le indiane Vulcan Green Steel e Steel Mont e la canadese Stelco, le uniche per ora interessate all’intero gruppo. Tra le altre, che guardano di più ai singoli asset, ci sarebbero le italiane Marcegaglia e Arvedi, e interessato è anche il colosso giapponese Nippon Steel che nelle scorse settimane aveva preso contatti con il governo.

La giornata di domani segna la prima tappa della procedura di gara lanciata a fine luglio.

Il bando, firmato anche dai commissari straordinari di Ilva in As (Danovi, Di Ciommo e Savi) e dai commissari di AdI in As (Fiori, Quaranta e Tabarelli), ha messo sul mercato tutto il gruppo.

«L’amministrazione straordinaria – ha aggiunto Urso – è stata deliberata a fine febbraio e in pochi mesi siamo riusciti a rimettere in moto gli stabilimenti. Tra poche settimane sarà riaperto il secondo altoforno e a predisporre e realizzare una procedura di gara internazionale. Questa si concluderà mi auguro già nella prima parte del prossimo anno con l’assegnazione degli impianti a chi crede davvero nel valore industriale e strategico della siderurgia».

La manifestazione di interesse potrà essere fatta per acquisire «i beni e le attività aziendali di Ilva in Amministrazione straordinaria (As) e Acciaierie d’Italia in As, nonché delle altre società appartenenti ai rispettivi gruppi».

Tra queste ci sono Ilva Servizi Marittimi, Ilvaform, Taranto Energia, Socova, Adi Energia, Adi Servizi Marittimi, Adi Tubiforma e Adi Socova. La priorità, su indicazione dei commissari, sarà data alle manifestazioni di interesse complessive.

Ai nastri di partenza, in una posizione avanzata, ci sarebbero gli ucraini di Metinvest dell’oligarca Rinat Akhmetov, gli indiani di Vulcan Green Steel (ramo cadetto della famiglia Jindal) insieme ai loro connazionali di Steel Mont e i canadesi di Stelco, a loro volta da poco acquisiti dagli americani di Cleveland-Cliffs.

Questi tre sarebbero interessati a tutta l’ex Ilva. Ma non è escluso che altri, come Nippon Steel e il cremonese Arvedi, possano entrare formando delle cordate in un momento successivo alle manifestazioni di interesse. Se le proposte per l’intero gruppo saranno ritenute non congrue, è possibile che vengano valorizzate le singole società. Ci sarebbe infatti anche un numero nutrito di imprese interessate a rilevare pezzi dell’ex Ilva.

Secondo il Sole 24 Ore, a Marcegaglia potrebbero interessare gli impianti del Nord, Novi Ligure e Cornigliano, mentre Sideralba guarderebbe al piccolo impianto di Racconigi, dove lavorano nei tubifici 100 addetti in sinergia con i 600 colleghi di Novi Ligure, e a Salerno, micro sito anch’esso specializzato nei tubi.

Sarebbero interessati anche Eusider di Lecco, società della famiglia Anghileri, Amenduni Steel che guarderebbe a Sovoca e a Racconigi e i turchi di Mitmetal interessati ai tubi. Gli svizzeri di Profilmec sarebbero invece interessati a una serie di attività di logistica e a Racconigi, il trader austriaco Charbones Holding alle attività di Marghera. Infine, i cinesi di Zheshang Development alle attività marittime. A piccoli lotti industriali e di servizi, sarebbero interessati anche piccole realtà come l’Industria Metalli Cardinale e Trans Isole.

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