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domenica 22 Settembre 2024
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Giochi del Mediterraneo, dalla commissione Bilancio al Senato via libera al commissariamento

Con l’approvazione di un emendamento proposto da quattro senatori di Fratelli d’Italia (tra cui Maria Nocco, eletta a Taranto) la commissione bilancio del Senato ha disposto la nomina di un commissario straordinario dei Giochi del Mediterraneo, in programma nel 2026 nel capoluogo ionico.

L’emendamento è collegato al decreto-legge del 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del Piano nazionale degli investimenti complementari (Pnc) al Pnrr, che dovrà tornare in aula entro il 25 aprile per l’approvazione definitiva.

Nel testo di proposta dell’emendamento, poi approvato, viene specificato che la nomina del commissario si rende necessaria «al fine di assicurare la tempestiva realizzazione degli interventi necessari allo svolgimento dei Giochi del Mediterraneo del 2026».

La decisione della commissione Bilancio del Senato fa insorgere il Pd che con Ubaldo Pagano afferma che «ancora una volta nel giro di pochi mesi, il ministro Fitto riesce a mettere le mani sulle risorse di un’iniziativa importantissima, come in questo caso i Giochi del Mediterraneo di Taranto del 2026, per piegarne l’uso agli interessi della propria parte politica. A essere commissariato non è il Comitato organizzatore, che insieme ad Asset della Regione Puglia ha dimostrato coi fatti di non avere responsabilità nei ritardi, ma gli stessi interventi che si devono eseguire».

Per il deputato pugliese del Partito democratico «se l’obiettivo fosse stato davvero accelerare la realizzazione delle opere, il Governo e il ministro Fitto avrebbero potuto semplicemente stanziare i 150 milioni che mancano e che reclamiamo da più di 2 anni e per cui esiste già un elenco dettagliato delle opere da eseguire con relativo cronoprogramma. Il Commissariamento approvato, invece, ha evidentemente tutt’altro scopo: appropriarsi delle risorse già messe in campo grazie al Pd e farle gestire in prima persona da qualche fedele sodale della sua parte politica».

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