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Il futuro dell’ex Ilva, Peacelink: «Le scelte produttive vanno inserite nel piano ambientale e industriale»

«L’accordo di programma non serve a fare l’acciaio green ma a gestire le conseguenze occupazionali della crisi dell’ex Ilva di Taranto. Ogni scelta produttiva deve essere contenuta nel piano industriale». A sottolinearlo è l’associazione ambientalista PeaceLink, tramite il presidente Alessandro Marescotti che ha scritto ad Acciaierie d’Italia ricordando che «la decarbonizzazione non compare neppure come parola sul piano ambientale (Aia)».

Il punto centrale evidenziato è che «senza piano industriale e senza piano ambientale la decarbonizzazione è una declamazione della politica. Anche se si dovesse fare un accordo di programma per la decarbonizzazione questo non basterebbe: occorre elaborare un apposito piano industriale e ambientale, che non esistono. Il mondo della politica sembra sganciato dalla realtà», sottolinea sempre Marescotti.

«Acciaierie d’Italia è la realtà – conclude il presidente di Peacelink – la politica tarantina vive nei propri sogni. A Genova furono molto più concreti». Sul futuro dell’ex Ilva ieri è intervenuto anche Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, in visita nel capoluogo pugliese per la presentazione del murale della legalità donato dal sindacato alla città di Bari. «Abbiamo la necessità – ha affermato – che il governo decida le linee di politica industriale sulle quali avviare questo Paese. L’ultima decisione di proseguire la cassa integrazione all’ex Ilva – ha concluso – è un’ulteriore conferma di come i patti questo Governo non li rispetti. Abbiamo bisogno di politiche industriali, di scelte, di risposte sull’occupazione e sul lavoro stabile».

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