Manchette
sabato 21 Settembre 2024
Manchette
- Inread Desktop -

«Natale non era un violento». Il fratello del 21enne accoltellato a Manduria vuole parlare al pm

«Non credo alla storia dell’agguato, anche perché negli atti non vi è traccia di ciò. Natale non era un ragazzo violento». Non ha dubbi l’avvocata Renata Minafra, legale che assiste la mamma di Natale Naser Bathijari, il 21enne leccese di etnia rom, ucciso a coltellate a Manduria la notte tra il 22 e 23 febbraio.

Per il legale non ci sono giustificazioni né eventi tali da spiegare la tortura e l’uccisione del giovane per cui sono ora accusati di omicidio tre ragazzi di Manduria, Vincenzo Antonio D’Amicis, Simone Dinoi e Domenico Palma D’Oria, arrestati all’alba del 28 febbraio e portati in carcere.

I tre sono accusati di omicidio pluriaggravato, porto di arma da taglio e tentata soppressione di cadavere. Il pubblico ministero della procura distrettuale antimafia di Lecce, Milto Stefano De Nozza, nel decreto di fermo lo ha definito un omicidio «spietato e crudele» maturato in un contesto mafioso. Uno dei presunti killer infatti, Vincenzo D’Amicis, è il nipote di un ex boss della sacra corona unita, Vincenzo Stranieri detto “Stellina”, tornato in libertà a gennaio dopo 37 anni di carcere al 41bis. Stranieri, stando a quanto emerso dagli atti di indagine, avrebbe avuto un ruolo nella vicenda, nata dall’acquisto di una partita di cocaina in cui il nipote (Vincenzo D’Amicis) era l’acquirente e Suad Bathjiari, fratello di Natale, il fornitore.

«Natale non era mai stato a Manduria prima di quella sera – riferisce a L’Edicola del Sud l’avvocata Minafra – era la prima volta che incontrava quei ragazzi ed escludo che avesse esploso dei colpi contro l’auto della madre di uno degli arrestati. Non sarebbe giunto a Manduria in compagnia di due ragazze se avesse capito di essere in pericolo, anche perché quelle due poverette hanno rischiato di essere uccise senza aver fatto nulla».

I funerali di Natale Naser Bathijari si terranno lunedì e, dopo qualche giorno ci sarà la sepoltura secondo il rito musulmano. La salma del giovane sarà presto consegnata alla famiglia. Dai primi esiti dell’autopsia risulterebbero due i colpi mortali, uno al collo e l’altro al petto. I fendenti sarebbero stati sferrati in due diverse fasi ma con un solo coltello, così come ricostruito dagli investigatori.

Il fratello 29enne di Natale, Suad, che da quanto emerso avrebbe venduto la cocaina ai ragazzi manduriani, ieri è stato condotto dagli arresti domiciliari al carcere. L’uomo, difeso dagli avvocati Benedetto Scippa e Stefano Stefanelli, stava scontando un residuo di pena. Ora ha chiesto di essere ascoltato dal pm. Vuol raccontare la sua versione dei fatti al magistrato. Avrebbe mandato lui Natale a Manduria a riscuotere il credito per la partita di cocaina e forse, le sue dichiarazioni, potranno aprire nuovi scenari utili agli investigatori.

- Inread Desktop -
- Inread Desktop -
- Inread Desktop -
- Taboola -
- Inread Mobile -
- Halfpage Desktop -
- Halfpage Mobile -

Altri articoli