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sabato 27 Luglio 2024
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Pd contro Pd a Taranto: si litiga per Melucci

I dem a Taranto sono spaccati sull’appoggio a Rinaldo Melucci. La parte di dem rimasta a lui fedele, in testa il vice sindaco Gianni Azzaro, tenta l’ultimo colpo di coda. Domani iscritti e simpatizzanti si riuniranno al circolo Volta per raccogliere le firme a sostegno di un documento per tentare di riportare indietro gli orologi e ricomporre la profonda crisi amministrativa che ha portato non solo il Pd ma tutto il fronte progressista ad allontanarsi dal sindaco, lasciandolo con una maggioranza di soli consiglieri, senza partiti. Secondo i sottoscrittori del documento (insieme ad Azzaro ci sono la capogruppo in Consiglio comunale Bianca Boshnjaku e i colleghi Michele De Martino e Valerio Papa, il presidente di Amiu Giampiero Mancarelli, l’ex assessore Emanuele Di Todaro, segretari di circoli e militanti storici come Domenico Gregucci, Egidio Di Todaro, Pino Mellone), la situazione delle ultime settimane si è deteriorata «a causa di un atteggiamento pregiudizialmente contrario di una parte del partito, con grave danno per la città, oltre che per lo stesso Pd». Tornare in maggioranza a governare con Melucci, in sostanza, sarebbe un tentativo estremo per evitare di «regalare Taranto alla destra».

I sostenitori della possibile riappacificazione ricordano che a fine novembre la direzione provinciale si era conclusa con l’approvazione all’unanimità del pieno sostegno del Pd all’amministrazione Melucci anche se «in quel momento i consiglieri comunali di Italia Viva facevano già parte della maggioranza consiliare». A metà dicembre, dopo la costituzione del nuovo comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo, nuova riunione della direzione, critica verso il sindaco ma tesa ad evitare lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale.

«De Santis chiedeva che venissero confermati i contenuti programmatici sottoscritti dalla coalizione “Ecosistema Taranto” al momento delle elezioni e aveva apprezzato l’azzeramento della Giunta». Il 19 dicembre si è concretizzata la spaccatura. I consiglieri si sono trovati davanti al voto sul bilancio senza decisioni formali dagli organi dirigenti. Due dem sono andati contro Melucci, tre lo hanno supportato. Il Pd ha deciso poi di avviare provvedimenti disciplinari per chi è rimasto a sostenere il sindaco «determinando in questo modo un grave danno all’immagine del partito e favorendo un suo indebolimento. Ma, nonostante l’atteggiamento del tutto irragionevole di una parte del Pd, nei primi giorni di quest’anno il sindaco ha compiuto ulteriori gesti distensivi nominando una giunta aperta ad un successivo apporto delle forze di centrosinistra e comunque senza Italia Viva». E mentre i vertici del fronte progressista hanno dichiarato conclusa “l’esperienza Melucci”, «con scuse pretestuose», Azzaro e gli altri continuano a ritenere assurdo dopo nemmeno due anni, l’ulteriore scioglimento anticipato del Comune, «anche perché in queste condizioni le nuove elezioni porterebbero alla praticamente certa vittoria del centrodestra».

arriva nel giro di poche ore lo stop da parte del segretario regionale del Pd Domenico De Santis e del responsabile organizzazione nazionale Igor Taruffi. «Creano solo confusione», dice quest’ultimo. «La linea del partito a Taranto resta la stessa: il Pd è all’opposizione, chi non ha seguito la linea del partito lo ha fatto assumendosene la responsabilità e confermiamo il supporto alla segretaria provinciale Filippetti e al segretario cittadino Tursi. Le condizioni per ripristinare vecchie coalizioni, venuta meno la fiducia, non ci sono più. Confermiamo inoltre parola per parola la linea del documento del centrosinistra diramato a firma Pd, M5S, Europa verde, Con, Psi, Sinistra Italiana e Una strada diversa». Per De Santis «il Pd resta all’opposizione. La giunta Melucci nulla ha più della coalizione che ha vinto le elezioni amministrative del 2022. A Taranto il 22 gennaio faremo una grande manifestazione per ribadire che il Pd tarantino non si piega a logiche spartitorie e non ha bisogno di poltrone e per rimettere al centro della discussione i temi che affliggono la città».

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