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venerdì 11 Ottobre 2024
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Pd, scoppia il caso Taranto: nell’area ionica vince Schlein: «Congresso indecente»

Scoppia il caso Taranto e dei circoli dell’area ionica all’indomani del risultato del voto congressuale del Pd pugliese che ha visto la vittoria della mozione Bonaccini con il 52% dei consensi, quattro province su sei, e la Schlein al 39% grazie alle vittorie su Taranto e Lecce.

A rovinare l’elezione del nuovo segretario, Domenico De Santis, indicato unitariamente dalle quattro mozioni in campo, le liti che hanno visto protagonisti il sindaco di Taranto Antonio Melucci, i consiglieri regionali Enzo Di Gregorio e Michele Mazzarano ed Angelo Franco, segretario di una delle sezioni coinvolte.

I dissapori sono nati per il risultato finale emerso in provincia di Taranto con la vittoria di Elly Schlein. Un esito che avrebbe sconfessato l’accordo fra le due correnti principali, Bonaccini e la stessa Schlein, che s’erano spartite i 200 posti disponibili nella futura assemblea del partito pugliese (55% per Bonaccini e 45% per Schlein). Una soluzione che prevedeva fair play reciproco in campagna elettorale con la vittoria “a tavolino” della mozione che fa capo al presidente dell’Emilia. Qualcosa, però, è andato storto tanto che il sindaco Melucci ha definito la consultazione nel tarantino: «un congresso indecente come in poche realtà del Sud».

Il perché è presto detto: «colpa dei soliti capibastone che si vogliono impadronire del partito fino a controllarne la vita interna». Forse un riferimento al consigliere regionale Michele Mazzarano, mozione Schlein, che ha assicurato il grande successo di Elly nel tarantino. Non a caso il collega Enzo Di Gregorio ieri ha dettato un comunicato al vetriolo: «Non posso fare a meno di esprimere un senso di amarezza per certe vecchie logiche e certe modalità ancora molto presenti nel partito nonostante i proclami e le dichiarazioni di trasparenza», osserva Di Gregorio. «Condivido e sottoscrivo il rammarico del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci: è mancata la lealtà ed il coraggio di lasciarsi alle spalle cattive abitudini che nel corso degli anni ci hanno progressivamente allontanato dall’elettorato».

Ma per tutta risposta il segretario del circolo Borgo del Pd nella città di Taranto, respinge le accuse e le rimanda nel campo di Melucci. «E’ andata così», spiega riferendosi alla ricostruzione del sindaco, «perché già prima dell’inizio dei congressi, l’ufficio tesseramento nazionale ha cancellato per irregolarità più di 600 tessere, quasi tutte fatte online nella città capoluogo, quasi tutte riconducibili a persone legate all’amministrazione comunale o provinciale che tu guidi». Di qui il disappunto del segretario. «Potevo accendere i riflettori sulle opacità e bloccare il congresso», sostiene e invece dopo aver assecondato i desiderata (quelli del sindaco Melucci) mi ritrovo bistrattato ed umiliato dall’arroganza e dalla violenza morale messe in atto nella sezione». Di qui l’affondo finale e la minaccia: «Ora ho il dovere morale e politico di denunciare tutto quello che è accaduto». Altre grane sono spuntate anche in altri comuni come Manduria, Grottaglie, Martina Franca, Triggiano e Nardò fra schede contestate, minacce di ricorsi e annullamenti. Episodi fisiologici per il neo segretario Desantis che annuncia la sua “rivoluzione”. «In questo partito ci sono energie straordinarie: giovani, donne, personalità di grande esperienza e consolidate competenze che si riuniscono nel Partito democratico. E’ questo il Pd con cui lavorerò e per cui lavorerò, il Pd che vorrei: un luogo in cui il confronto è sempre vivo, fatto di militanti, di generazioni che si stringono la mano trasmettendosi valori e ideali restando sempre uniti. Saremo presenti nei contesti più difficili e complicati, dove c’è il disagio sociale e ambientale, non dimenticheremo le periferie, saremo presenti dove il precariato e le ingiustizie generano disparità, il mio impegno sarà teso a far tornare questa grande comunità un partito di popolo e popolare».

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