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Sos acqua nel Tarantino, la Cia Due Mari chiede lo stato di calamità

Proposto anche il bypass dalla Basilicata, dopo il crollo della galleria che porta l’acqua della diga di San Giuliano alla Puglia

Un sos urgentissimo: è quello che l’area Due Mari Taranto-Brindisi di CIA Agricoltori Italiani di Puglia ha lanciato alla Regione Puglia. Con una richiesta ufficiale, sollecita il governo centrale a decretare lo stato di calamità naturale per affrontare la gravissima crisi idrica che attanaglia la provincia di Taranto da diverse settimane.

La situazione è drammatica: le dighe sono vuote, l’acqua erogata è insufficiente e le colture sono a rischio. Gli agricoltori temono non solo per i raccolti in corso, ma anche per la sopravvivenza stessa degli alberi da frutto, che necessitano di un approvvigionamento idrico regolare per non appassire. 

Insufficienti le soluzioni
Le misure adottate finora non sono state sufficienti a scongiurare il disastro. «Purtroppo ogni iniziativa e soluzione tampone – dicono dall’associazione – sinora adottata non ha dato i frutti sperati e, in diverse porzioni di territorio, il quantitativo d’acqua erogato non riesce a soddisfare le esigenze degli agricoltori che ora rischiano di perdere, oltre alle produzioni, gli stessi impianti arborei che non ricevono l’acqua sufficiente e necessitano di interventi immediati di natura straordinaria».

Il bypass dalla Basilicata
Lo stato di calamità naturale consentirebbe di sbloccare risorse economiche e semplificare le procedure burocratiche per aiutare gli agricoltori colpiti dalla crisi. «L’ipotesi di attivare un bypass dalla Basilicata – prosegue la CIA – non potrà risolvere i problemi che si sono determinati con il crollo della galleria che porta l’acqua della diga di San Giuliano alla Puglia tramite un canale lungo 35 km, in quanto l’acqua che verrà fornita proviene sempre dalla diga di Monte Cotugno».

Un appello a tutta la politica
L’associazione lancia un appello a tutta la politica, affinché si unisca alla richiesta e faccia pressioni sul governo per ottenere il riconoscimento dello stato di calamità naturale. La salvaguardia dell’agricoltura tarantina e il futuro di migliaia di famiglie dipendono da una risposta rapida e concreta. «Ci vediamo costretti a chiedere agli enti preposti l’attivazione ad horas dello stato di emergenza e calamità naturale e a sollecitare tutti i sindaci del territorio, il presidente della Provincia di Taranto, i consiglieri regionali, i parlamentari tarantini, i sindacati dei lavoratori agricoli e le associazioni di categoria, affinché possano perorare la causa dell’intero mondo agricolo. Occorre iniziare a razionare anche l’acqua per uso potabile e intervenire subito per salvare le nostre colture di pregio».

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