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Taranto, detenuto bloccato al pronto soccorso per 30 ore: «E se fosse evaso?»

Un detenuto del carcere di Taranto è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso del Santissima Annunziata intorno alle 21 del 29 agosto scorso e vi è rimasto per circa 30 ore, fino alla mattina di domenica 31, con il personale di scorta che lo ha piantonato.

A riferirlo è il segretario del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe), Federico Pilagatti.

«Possibile che nessuno si interessi a queste situazioni di estremo pericolo per gli utenti del nosocomio tarantino?», chiede. «È accettabile che tutti abbiano dimenticato quanto accaduto qualche tempo fa al Fazzi di Lecce ove un detenuto riuscì a evadere terrorizzando e ferendo alcuni cittadini? Perché devono accadere situazioni drammatiche prima di prendere dei provvedimenti?», prosegue il sindacalista.

«Abbiamo notizia di un’interlocuzione tra l’amministrazione penitenziaria e l’Asl Taranto per trovare uno spazio più riservato per sistemare i detenuti che vengono monitorati al pronto soccorso, nonché di un protocollo diverso. Il Sappe ritiene che a questo punto sia necessario l’intervento del prefetto affinché convochi con la massima urgenza, sia l’amministrazione penitenziaria che i dirigenti dell’Asl per trovare una soluzione che consenta ai poliziotti di poter espletare il proprio dovere garantendo la sicurezza dei cittadini in primis nonché dei detenuti», conclude.

L’Asl Taranto: «Il paziente era in osservazione»

Il detenuto, spiega il dottor Giuseppe Turco, direttore facente funzioni della Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza ed Emergenza territoriale (Mecau), è arrivato al pronto soccorso il 29 agosto alle 21:46 ed è stato dimesso il 31 agosto alle 5:39. È stato trattato «per fibrillazione atriale parossistica in diabetico e iperteso con riscontro di stato anemico e iponatriemia».

I medici hanno somministrato farmaci antiaritmici al paziente che «come da protocollo cardiologico, è rimasto in osservazione presso il nostro Mecau per garantirgli la massima sicurezza, in quanto la terapia somministrata necessita di monitoraggio elettrocardiografico h24 e osservazione diretta medico-infermieristica. Impossibilitati a datare l’esordio dell’aritmia cardiaca, è stato dimesso su indicazione cardiologica», aggiunge il dottor Turco.

Il tutto, prosegue, «al solo fine di salvaguardare lo stato di benessere del paziente che non poteva rimanere in osservazione nella cella sita al quarto piano del presidio Santissima Annunziata che non consente la costante supervisione medico-infermieristica, così come avvenuto nel nostro Mecau».

Il direttore del Mecau ribadisce «che continueremo con la fattiva collaborazione di sempre, privilegiando, per quanto possibile, i pazienti provenienti dalla Casa circondariale di Taranto».

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