Beni mobili e immobili, quote sociali e disponibilità finanziarie del valore di circa 3 milioni di euro sono state sequestrate dalla Guardia di finanza di Taranto a sei persone nell’ambito di indagini che hanno portato alla luce un sodalizio criminale, con base operativa nel capoluogo jonico e ramificazioni nelle province di Napoli, Ravenna e Brindisi, che avrebbe fatto sì che una società di capitali tarantina, operativa nel settore dei lavori generali di meccanica, conseguisse ingenti risparmi fiscali, nel periodo tra il 2014 e il 2019 attraverso fatture per operazioni inesistenti emesse da 9 società con sedi in Puglia, Campania ed Emilia Romagna per un ammontare complessivo di circa 3,1 milioni di euro, detraendo Iva per oltre 1,5 milioni di euro. Gli indagati sono in tutto 14.
Dagli accertamenti sarebbe emerso che la società beneficiaria dei risparmi fiscali avrebbe compensato nel 2017 i propri debiti tributari con crediti di imposta falsi per “Investimenti nel Mezzogiorno” e per “Ricerca e sviluppo” per quasi 210mila euro.
Tra il 2016 e il 2018, inoltre, anche il rappresentante legale di una delle società emittenti le fatture, si sarebbe avvalso di crediti d’imposta inesistenti per oltre 207 mila euro. Una delle società che avrebbero emesso le fatture, con sede nella provincia di Napoli, avrebbe evaso l’Iva per oltre 95 mila euro.