Al rush finale la corsa per diventare il nuovo socio privato nella gestione dell’ex Ilva. In pista c’è anche il gruppo italiano Marcegaglia che dal siderurgico di Taranto riceve diverse forniture. «Ilva è importante e quindi con molta attenzione, perché bisognerà capire bene gli scenari e le condizioni, stiamo guardando e valuteremo se fare una manifestazione di interesse e probabilmente sì. Il processo è ancora molto lungo», ha risposto ieri l’ad Emma Marcegaglia a chi le chiedeva di un possibile interesse per l’ex Ilva. «Noi siamo grandi trasformatori di acciaio, siamo da sempre i primi clienti di Ilva», ha aggiunto Marcegaglia, ricordando le tempistiche, che «sono quelle dettate dal governo e cioè di presentare una manifestazione di interesse entro il 20 settembre per poi fare un’eventuale offerta vincolante entro fine novembre».
La corsa a quattro
In corsa per rilanciare l’acciaieria più grande d’Europa, osservata speciale per le note vicende giudiziarie che vedono gli impianti sotto sequestro dal 2012 per reati come disastro ambientale e il gestore in amministrazione straordinaria, ci sono anche gli ucraini di Metinvest, gli americani di U.S. Steel e l’italiana Arvedi.
Nelle ultime settimane gli sherpa delle aziende hanno fatto visita agli stabilimenti per rendersi conto dello stato. Come denunciato più volte dai sindacati, negli ultimi anni è mancata manutenzione e pianificazione e al momento è in funzione un solo altoforno. Nel bando di vendita il governo privilegia l’offerta più interessante per la totalità dell’ex-Ilva, con tutte le società satellite ma non è escluso si arrivi a uno spacchettamento.