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mercoledì 25 Settembre 2024
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Una birra artigianale prodotta dal pane raffermo: il progetto dei detenuti di Taranto

Fabbricare birra può diventare un percorso di formazione per provare a rientrare nel mondo del lavoro, nel tessuto sociale e soprattutto riacquistare dignità e fiducia in se stessi, evitando di ricadere nella delinquenza. È questa l’anima dell’iniziativa “Birrificio in Carcere” che verrà presentata giovedì mattina nel carcere Carmelo Magli di Taranto.

Un autentico spin off di “Riscattarsi con gusto”, nato nel 2018 proprio nel carcere tarantino che riguarda una iniziativa sociale e anche ecosostenibile: la birra artigianale realizzata dai detenuti sarà prodotta col pane, elemento principe del riuso, consentendo così di recuperare un prodotto che diversamente sarebbe destinato a essere cestinato.

Il “Birrificio in Carcere”, progetto di Birra Pugliese, metterà in campo diverse iniziative finalizzate a contrastare un fenomeno drammatico dai costi economici e sociali elevatissimi, cioè quello delle recidive dei detenuti.

La produzione di birra artigianale all’interno del carcere di Taranto permette ai detenuti di realizzare un percorso di formazione e inclusione applicato alla produzione e mescita di birra artigianale a chilometro zero. Nel corso della presentazione del progetto, il direttore della struttura penitenziaria di Taranto, Luciano Mellone, evidenzierà come l’incremento di attività lavorative all’interno delle strutture penitenziarie, attraverso attività imprenditoriali come il birrificio, possano diventare uno strumento che facilita non solo il reinserimento, ma che può fornire occasioni d’impiego al termine della pena, con conseguente abbattimento del rischio di recidiva.

Sarà presente il presidente onorario dell’associazione MondoBirra Piero Conversano, il direttore del Progetto ”Riscattarsi con gusto”, il birraio Espedito Alfarano. Il progetto prevede la sperimentazione produttiva di una birra artigianale preparata dai detenuti con il pane che altrimenti finirebbe nella pattumiera. Sarà una birra chiara, dove la materia prima recuperata va a sostituire in parte il malto d’orzo, conferendo profumi e sapori di crosta di pane a una bevanda dalla gradazione alcolica modestissima. Fra le mura del carcere ionico da anni si tengono corsi di cucina e produzioni di dolci.

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