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La musica come terapia per autismo e iperattività: il progetto sperimentale a Putignano

Si chiama Stefania Colamartino la prima musicoterapeuta che ha svolto il suo percorso di tirocinio nella Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza di Putignano. Tutoraggio e supervisione clinica sono stati curati da Filomena Dell’Orco, dirigente psicologa della NPIA Area Sud, che ha ideato, in collaborazione con la stessa tirocinante, il percorso terapeutico, chiamato “FeliceMente in musica”, reso possibile da una convenzione sottoscritta tra la Asl Bari e la Pro Civitate Cristiana, scuola di Musicoterapia di Assisi.

Il progetto ha coinvolto un piccolo gruppo di bambini tra gli 11 e i 14 anni con funzionamento autistico, disturbo di attenzione e iperattività e difficoltà di autoregolazione emotiva e motoria e si è avvalso, inoltre, della collaborazione della educatrice professionale Annalisa Bianco e delle terapiste della neuropsicomotricità Rosa Fioriniello e Fiorenza Cotesta, tutte appartenenti all’équipe della NPIA di Putignano Area Sud.

I piccoli pazienti sono stati scelti, come campione omogeneo, tra quelli già in carico presso il laboratorio educativo di Putignano SMML, con regolare progetto riabilitativo, redatto dalle neuropsichiatre infantili Raffaella Pantaleo e Raffaella Monico, insieme all’équipe multidisciplinare.

Da agosto e ottobre 2022 ai giovani partecipanti sono state proposte attività ritmiche con diversi strumenti, body percussion, giochi di ascolto reciproco, improvvisazione e produzione musicale. Prima dell’inizio del progetto e subito dopo la sua conclusione è stata effettuata, di concerto con l’équipe, una valutazione neuropsicomotoria con la somministrazione di test standardizzati, per osservare e analizzare eventuali cambiamenti ottenuti attraverso il progetto relativamente alle abilità sensoriali, motorie, attentive e ritmiche.

«Attraverso un canale espressivo come la musica, nel contesto riabilitativo, è stato possibile raggiungere un nuovo livello di profondità relazionale, ma è anche stato possibile interpretare il lavoro abilitativo/riabilitativo in chiave ludica, rendendolo innovativo, stimolante e accogliente, soprattutto per i bambini più piccoli, oltre che facilitare i trattamenti in un gruppo ridotto, permettendo così la fruizione da parte di un maggior numero di giovani utenti – dichiarano dalla Asl di Bari -. Dalle valutazioni neuropsicomotorie e dal confronto dei risultati dei test, prima e dopo l’attività musicoterapica, è emerso un netto miglioramento nell’area dell’attenzione, della discriminazione visiva (intesa come individuazione dello stimolo target) e nell’area della destrezza manuale. Questo tipo di approccio complementare, del resto, può essere di grande aiuto nel velocizzare il percorso riabilitativo e nell’ampliare sia la gamma di miglioramenti ottenibili, sia il numero di utenti presi in carico».

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