Dal trionfo nella marcia 20 km di Sapporo ai circa mille metri di Palo del Colle, percorsi tra le strade del paese in cui è cresciuto insieme a centinaia di bambini: è il regalo che Massimo Stano, 29enne neo campione olimpico di Tokyo 2020, ha voluto rendere alla sua comunità nell’ambito di un ricco cartellone di eventi organizzati nella cittadina barese per celebrare la medaglia d’oro. Impressionante l’affetto di grandi e piccoli all’eroe di Tokyo: “Mi aspettavo un abbraccio, ma non così forte”, ha ammesso Stano, visibilmente emozionato per il calore della sua gente. Il segreto per vincere un’Olimpiade? Bisogna crederci davvero e faticare, perché nulla è regalato”, ha detto, rievocando la frase pronunciata pochi minuti dopo la vittoria, “Se ci credi i risultati arrivano”. Parole che firmano il murale celebrativo delle gesta in terra nipponica. Io come Pietro Mennea? Non mi sento alla sua altezza, non è possibile superare la sua grandezza”
Il suo primo allenatore, Giovanni Zaccheo: “Vi racconto come nasce un campione olimpico”
“Ho capito che Massimo aveva le qualità di un campione quando stabilì il record italiano Under 15 nella marcia 4 km, primato ancora imbattuto: fu allora che decisi di allenarlo”: Giovanni Zaccheo, primo allenatore del campione olimpico a Tokyo 2020 nella marcia 20 km, si racconta svelando alcune tappe e retroscena che hanno segnato la carriera dell’atleta originario di Palo del Colle. Tra gli episodi più curiosi una festa per un 18esimo compleanno: “Si trattava di un caro amico di Massimo, lui ci teneva moltissimo, ma gli consigliai di non andare, perché era a pochi giorni dai mondiali. Non mi ascoltò, i suoi allenamenti ne risentirono e i campionati del mondo andarono male. Capì che aveva sbagliato: “In quel momento ho compreso cosa dovevo fare per diventare un campione”, la confessione fatta in seguito da Stano al suo ex allenatore e rivelata da Zaccheo.