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sabato 27 Luglio 2024
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Cgil Puglia: «Diritto negato alle donne, crescono soprattutto i contratti a termine»

La rilevazione Istat del mese di ottobre su occupati e disoccupati fotografa un «Paese tra quelli industrializzati che vanta la crescita maggiore del Prodotto interno lordo ma che sul fronte occupazionale, rispetto a un anno fa, segna un aumento legato quasi esclusivamente a rapporti di lavoro a termine e che è incapace di garantire il diritto al lavoro per le donne».

Commenta così il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, i dati che nel mese di ottobre vedono crescere di 35mila unità quanti lavorano, ma è un dato che riguarda solamente gli uomini. E rispetto ai livelli prepandemia, il numero di occupati in Italia è inferiore di 200mila unità.
«Dati in linea con quelli della Puglia emersi dal recente Report di Bankitalia – continua Gesmundo – che ha segnalato come l’87 per cento delle assunzioni nella nostra regione era rappresentato da contratti a tempo determinato. Non possono essere queste le premesse della ripresa nel Paese e nel Mezzogiorno, che in queste condizioni rischia una desertificazione sociale e un invecchiamento della popolazione soprattutto legato alla migrazione di giovani che qui non trovano soddisfatte le proprie attese occupazionali, specie se molto formati».
La denuncia sulla mancanza di figure professionali e competenze specialistiche lamentate dalle imprese, a fronte di un quarto di dipendenti totali in Puglia sovraistruiti, afferma Gesmundo, «deve fare i conti anche con la qualità dell’occupazione, atteso che in Puglia due occupati su dieci guadagno meno del 60 per cento del salario mediano, e delle offerte indecenti legate a tutte le forme flessibili, iper precarie e povere dal punto di vista retributivo che si vedono rivolgere giovani che vantano altissime competenze anche in discipline tecnico scientifiche».
Richiesta di superamento del precariato e di valorizzazione della buona occupazione sono tra i temi della mobilitazione nazionale lanciata da Cgil Cisl Uil per una manovra economico e interventi legislativi che sostengano lo sviluppo e sanino le diseguaglianze sociali, economiche e geografiche che vive il Paese.
«Lo diremo anche dal palco della manifestazione di Bari dell’11 dicembre, che sarà chiusa dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini», conclude Gesmundo.

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