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Asili nido, pioggia di milioni da Roma: in Puglia e Basilicata oltre 2.200 posti in più

Ammontano a più di 114 milioni le risorse, tratte dal Fondo di solidarietà intercomunale e ripartite con decreto interministeriale, destinate al potenziamento degli asili nido nel Mezzogiorno. Una svolta importante soprattutto per Campania e Calabria, regioni in cui il servizio è più carente e che non a caso ottengono la parte più consistente dei fondi, ma anche per Puglia e Basilicata, dove l’aumento dei posti negli asili nido è strategico stimolare l’occupazione femminile.

Diffuso dal Viminale e oggetto di studio da parte del Centro studi enti locali (Csel), il decreto interministeriale destina 175 milioni al potenziamento degli asili nido in 5.099 comuni sparsi in 17 regioni. L’obiettivo è fare in modo che in quelle strutture possano essere ospitati 22.822 bambini in più. In tale prospettiva vengono assegnate ingenti risorse a 189 Comuni pugliesi, dove si punta a creare 1.872 posti in asilo in più rispetto a quelli attualmente disponibili. A fare la parte del leone è Bari, beneficiaria di un milione e 200mila euro per attivare 161 nuovi posti, seguita da Altamura, che ottiene 682mila euro per 89 posti, e Taranto, che incassa poco meno di 675mila euro per 88 posti. Due milioni e mezzo, invece, vanno a 106 Comuni lucani che nei propri asili nido ambiscono ad accogliere complessivamente 332 bambini in più. La parte più cospicua di risorse va a Policoro, dove il Comune vuole ampliare di 21 unità la platea dei bambini beneficiari del servizio.

«Grazie al decreto in questione – spiegano dal Csel – si compirà un altro piccolo passo in avanti sulla strada del vero obiettivo da raggiungere: avere a disposizione posti nei nidi per almeno un bambino su tre tra quelli con età compresa tra zero e due anni». Infatti il target europeo di copertura dei posti rispetto ai bambini residenti tra zero e due anni è fissato al 33%. Il Nord-Est e il Centro superano questo valore, attestandosi rispettivamente al 34,5 e al 35,2%; Sud e isole, invece, sono fermi rispettivamente al 14,5 e al 15,7%, con Campania e Calabria addirittura sotto la soglia dell’11%.

Il divario tra Nord e Sud, insomma, è evidente e ha diverse cause: spesso le amministrazioni meridionali sono a corto di risorse e di personale per partecipare ai bandi per la costruzione degli asili nido e per garantire poi il mantenimento del servizio. Senza dimenticare un fattore culturale: molte amministrazioni non partecipano ai bandi per gli asili nido ritenendoli non indispensabili. Lo dimostra lo scarso numero di partecipanti alle procedure aperte nell’ambito del Pnrr che pure ha stanziato 2,4 miliardi di euro per gli asili nido e altri 600mila per le scuole d’infanzia. Così si alimenta il circolo vizioso della disoccupazione femminile, quello che ha spinto Viesti a parlare di “trappola”: la carenza di servizi, costringe le donne a restare a casa per badare ai figli; nello stesso tempo, quanto più basso è il numero delle donne che lavorano tanto più è ridotta la richiesta di risorse per gli asili. Adesso dal Governo arriva una pioggia di milioni: basterà per invertire la tendenza?

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