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Ragazzi difficili dalle suore per diventare guide turistiche nei luoghi di culto: intesa a Barletta

Il momento della sottoscrizione del protocollo d’intesa in prefettura a Barletta


Puntare sul recupero e il sostegno dei giovani in condizioni di disagio usando gli edifici di culto. È l’obiettivo del protocollo d’intesa sottoscritto tra la prefettura di Barletta-Andria-Trani, il Segretariato regionale del ministero della Cultura, il Centro per la giustizia minorile per la Puglia e la Basilicata del ministero della Giustizia e l’Ente ecclesiastico Monastero delle Benedettine “San Ruggero” di Barletta.

Edifici di culto e inclusione
L’accordo prevede l’utilizzo dei beni del Fondo edifici di culto per progetti di inclusione sociale. La Chiesa di San Ruggero di Barletta, un bene di grande valore storico -artistico, è al centro dell’iniziativa che prevede attività rivolte ai ragazzi sottoposti a procedimento penale, selezionati dal Centro per la giustizia minorile tramite l’Ufficio di Servizio sociale per i minorenni.

I giovani saranno seguiti da operatori pedagogici durante tutto il percorso, attraverso incontri formativi per apprendere prima la storia di quella chiesa e poi diventare guide turistiche durante le giornate di apertura al pubblico, mettendo in pratica le conoscenze acquisite.

«La bellezza e il fascino dell’arte che caratterizzano i beni del Fondo edifici di culto – afferma il prefetto Silvana D’Agostino – possono diventare, attraverso questo protocollo, strumenti educativi per orientare le giovani generazioni verso la conoscenza della storia, della tradizione e della cultura del proprio territorio, offrendo quindi un’opportunità di recupero e di inclusione per i ragazzi in difficoltà».

Le parti coinvolte
Erano presenti per la sottoscrizione il direttore del Centro di giustizia minorile Dorella Quarto, il dirigente del Segretariato regionale del ministero della Cultura per la Puglia Maria Piccarreta e il rappresentante legale dell’Ente ecclesiastico suor Anna Lucia Tonelli.

L’iniziativa rappresenta, dunque così una sinergia virtuosa tra cultura e giustizia, in cui il patrimonio storico-artistico diventa un mezzo per migliorare il futuro dei giovani della provincia.

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