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Basilicata, Summa (Cgil): «La vertenza della sanità privata frutto di una più generale mancanza di programmazione»

«La vertenza sulla sanità privata che sta agitando da mesi la Basilicata si innesta in un più generale quadro di mancata programmazione». È quanto ha affermato il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, il quale ha riconosciuto come, storicamente, la sanità privata abbia rivestito in regione un ruolo sussidiario rispetto alla sanità pubblica.

Per Summa le strutture accreditate hanno sicuramente consentito nell’emergenza pandemica di sopperire alle mancanze del sistema pubblico: «Tant’è che a luglio scorso, nella rimodulazione del piano operativo regionale per l’abbattimento delle liste di attesa, sono state programmate risorse aggiuntive nella direzione delle strutture private accreditate. È pur vero, però, che non si può pensare di utilizzare tale scelta in maniera strutturale». A detta del segretario le debolezze attuali del sistema sanitario pubblico non possono e non devono essere utilizzate per smantellarlo ma, al contrario, devono essere elemento di analisi per rafforzarlo, rendendolo attrattivo, innanzitutto per i suoi operatori.

Così come è stato denunciato dalla Cgil nella manifestazione dello scorso novembre, Summa ha ribadito che la sanità pubblica langue da tempo e «l’intero sistema sanitario regionale rischia il tracollo se non si ricomincia a programmare; a partire da una analisi dei bisogni di salute dei lucani che consentirebbe di modulare correttamente l’offerta dei servizi socio sanitari, definendo, in maniera appropriata, la linea di demarcazione tra pubblico e privato. Dalla medesima analisi – ha specificato ancora – dovrebbe anche discendere l’efficace programmazione dei servizi residenziali e l’assistenza continuativa agli anziani, servizi che necessitano di una profonda riorganizzazione e del potenziamento degli interventi».

Da qui il suggerimento di Summa che evidenzia l’esigenza di risposte concrete, a partire dal dare regole certe alle nostre strutture per anziani, attraverso l’accreditamento, garantendo standard di qualità dell’offerta assistenziale e personale qualificato. «Si prenda atto che manca una direzione politica e di governo e si facciano le scelte conseguenti. Perseverare in slogan e narrazioni si sta dimostrando una scelta nefasta per la nostra sanità», ha poi concluso.

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