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Cure fuori regione per i lucani, Basilicata pronta all’accordo di confine con Puglia e Campania

Una proposta di accordo tra la Basilicata e le regioni limitrofe (Puglia e Campania) per regolare le prestazioni sanitarie.

Non solo privati

Si chiama accordo di confine, non coinvolge sole le singole aziende sanitarie private (come il Miulli) ma l’intero territorio. L’obiettivo è regolare l’accesso dei pazienti lucani nelle strutture ospedaliere. Oltre ai rimborsi, l’obiettivo della proposta di patto garantirà la necessità delle prestazioni e l’uso corretto dei ricoveri e anche il pagamento delle cure a carico del servizio pubblico. Lo rende noto il direttore generale per la salute della Regione Basilicata, Massimo Mancini. Dopo la Puglia, in settimana sarà formulata la proposta di accordo di confine anche con la Campania. Poi toccherò chiaramente alle regioni limitrofe accettare o meno.

La migrazione sanitaria

In pratica si tratta di una sorta di convenzione, che in qualche modo regola quella che è la migrazione sanitaria, il cosiddetto extraregionale nelle spese sanitarie che può incidere molto nel riparto economico sanitario di ogni singolo ente pubblico.

Il precedente

L’iniziativa è stata concordata per garantire le prestazioni ambulatoriali e specialistiche ai pazienti che si curano fuori regione, dopo la decisione della direzione sanitaria dell’ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari) di sospendere le prestazioni ai pazienti che non risiedono in Puglia, a causa del raggiungimento dei tetti di spesa. Prestazioni non più rimborsabili, ma a pagamento, a carico di coloro che devono curarsi. Da qui la proposta di accordo da parte della Basilicata.

Il debito sanitario

Va detto che pagare per cure mediche, perchè si va oltre il budget prefisso, crea delle disparità, è come se ci fossero cittadini di serie A e cittadini di serie B. E il problema è gravissimo ed attanaglia soprattutto il sud dell’Italia. A questo va aggiunto che la Regione Basilicata non è in piano di rientro, ha eccellenze in ambito medico, ma poche strutture capaci di curare alcune patologie, come quelle pediatriche o oncologiche da qui l’incessante migrazione passiva. Ad oggi la Regione ha un suo commissario ad acta, che lo stesso presidente Bardi che dovrebbe far rientrare il disavanzo registrato dal Mef nelle spese.

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