Home Attualità Allarme siccità, dighe prosciugate: sindaci e agricoltori in rivolta in Basilicata

Allarme siccità, dighe prosciugate: sindaci e agricoltori in rivolta in Basilicata

Foto LaPresse-Elisa Contini

Crisi idrica, per l’agricoltura l’emergenza è gravissima. Ieri un incontro in Regione a Potenza, chiesto dal Movimento spontaneo agricoltori del metapontino, oggi alle 11.30, la Coldiretti provinciale di Potenza sarà ricevuta dal prefetto di Potenza, Michele Campanaro. Nella stessa mattinata, dalle 9.30 si terrà un presidio di delegati in piazza Mario Pagano. Analoga richiesta è stata presentata dalla Coldiretti di Matera al prefetto Cristina Favilli.

Il vertice

Ieri invece gli otto Comuni del Metapontino hanno incontrato l’assessore regionale: «Siamo soddisfatti, ma vigileremo», ha affermato il sindaco di Pisticci, Domenico Albano. «L’incontro è stato utile a far emergere con chiarezza le serissime problematiche legate all’approvvigionamento idrico nella zona metapontina, che mettono a rischio le colture, alcune pregiate, e quindi la nostra economia- ha detto Albano – siamo soddisfatti della tempestiva risposta dell’assessore alle Infrastrutture, Pasquale Pepe, ma monitoreremo la situazione». Pepe si è impegnato a interloquire al più presto con la Puglia per ridefinire la strategia di distribuzione delle quote acqua nell’immediato e, in seguito, ad avviare una trattativa più ampia. Ma i sindaci adesso vogliono che si intervenga sulle infrastrutture.

La crisi? Tutto previsto

La mancanza di piogge di questi giorni, una frana nella diga del materano (la San Giuliano) hanno fatto il resto. Ora gli agricoltori sono sul piede di guerra per la crisi idrica.

I sindacati all’attacco

Presidi, sollecitazioni a convocare un tavolo emergenziale, appelli ai prefetti sono le iniziative delle sigle agricole che sono preoccupate per la costante riduzione delle scorte di acqua. Nelle dighe lucane, rispetto ad un anno fa, ad oggi ci sono 206 milioni di metri cubi in meno di acqua e sono al momento disponibili circa 240 milioni di metri cubi, una quota di meno di un terzo della capacità complessiva di accumulo che serve per gli scopi potabili, irrigui, industriali. Il Consorzio di bonifica sta effettuando delle manovre sugli schemi idrici per garantire le portate necessarie.

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