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Botte e minacce alla moglie, la figlia legata in garage: arrestato un 43enne a Bernalda

Insulti, violenze fisiche e psicologiche, minacce di morte: è quanto una donna albanese, residente in una frazione di Bernalda, era costretta a subire dal compagno, un 43enne suo connazionale, che è stato arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.

La donna aveva già denunciato il 43enne lo scorso anno e nei suoi confronti erano state eseguite misure cautelari. I due, però, erano tornati a convivere e violenze e maltrattamenti erano subito ricominciati. In una circostanza la donna sarebbe stata anche costretta con violenza a subire atti sessuali non consenzienti.

Quando a giugno scorso, a seguito di un altro acceso litigio, la moglie aveva riferito all’uomo l’intenzione di chiamare le forze dell’ordine, il 43enne le avrebbe sottratto il telefono e l’avrebbe rinchiusa nella stanza da letto insieme alla figlia di otto anni, fino alla mattina successiva.

Anche la bambina sarebbe stata vittima di offese, ingiurie e percosse; in un caso, sarebbe stata lasciata in lacrime nel garage dell’abitazione, con un piede legato a uno scaffale.

Soltanto a fine ottobre, all’esito dell’ennesimo litigio, la donna ha deciso di rivolgersi alla polizia di Stato, dopo che l’uomo ha tentato di scagliarsi contro di lei, minacciandola di portare via la figlia più piccola, nata dalla loro relazione.

Ricevuta la denuncia, gli agenti hanno immediatamente attivato la procedura del “Codice rosso” e, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, hanno affidato alla donna entrambe le figlie minori, collocandole in altra abitazione.

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