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Liste d’attesa shock nella sanità lucana, consigliere Vizziello: «Non ne usciamo senza l’aiuto delle strutture private»

Più di un anno di attesa per una mammografia, dieci mesi per una ecografia, una tac o un test cardiovascolare da sforzo, più di sei mesi per una risonanza magnetica o una colonscopia: sono solo alcuni dei terribili dati lucani relativi ai tempi di attesa per alcune prestazioni di diagnostica strumentale.

Numeri e cifre allarmanti anche per il consigliere regionale Gianmichele Vizziello, il quale ha evidenziato come la situazione sia peggiorata con l’emergenza pandemica che ha di fatto «sospeso le cure cosiddette non essenziali e che ci obbliga oggi a recuperare centinaia di migliaia di prestazioni, con uno sforzo immane sostenibile solo nella misura in cui si consente alle strutture sanitarie private di contribuire al recupero delle prestazioni non erogate negli ultimi due anni, snellendo le lunghissime liste di attesa», ha dichiarato l’esponente politico materano.

A detta di Vizziello i tempi di attesa di accertamenti diagnostici, visite mediche e interventi chirurgici sono il termometro dello stato di salute di un sistema sanitario «perché allungandosi i tempi di attesa si restringe il diritto alle cure dei cittadini e soprattutto si acuiscono i divari sociali tra chi può permettersi di pagare 200 euro una colonscopia in una struttura privata dove l’attesa è pari a zero e chi, per lo stesso esame, non avendo sufficienti disponibilità economiche deve necessariamente rivolgersi ad una struttura pubblica, dove a fronte di un ticket di 40 euro si osservano tempi di attesa di mesi, che costringono di fatto i meno abbienti a rinunciare a quell’accertamento diagnostico e quindi a curarsi», ha ribadito il consigliere regionale.

Per il consigliere è necessario coinvolgere «le strutture sanitarie private nel percorso di recupero della mole di prestazioni inevase per effetto della pandemia, che ha costretto migliaia di persone a rinunciare ai programmi di prevenzione e l’assistenza sanitaria a concentrare ogni sforzo sull’emergenza Covid- 19», ha specificato ancora.

Dunque per essere competitivi con il privato convenzionato, occorre che la Regione metta in campo tutte le risorse sin da subito: «Urge dunque un cambio di passo nella lotta alle liste di attesa – ha aggiunto Vizziello – utilizzando presto e bene le risorse messe a disposizione delle regioni dal Decreto 104 e dalla legge di bilancio per il 2022, complessivamente un miliardo di euro, predisponendo insieme ai rappresentanti delle strutture sanitarie private e alle organizzazioni sindacali un nuovo piano di recupero delle prestazioni non corrisposte per effetto del Covid, piano previsto dalla legge e che la nostra regione ha adottato con grave ritardo», ha concluso.

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