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Matera, Eugenia Cinnella: «Chiudo la mia edicola, il Comune non mi concede atto momentaneo»

«Tre anni fa avevo chiesto di trasferire la mia attività al chiostro di via Marconi, dismesso a settembre 2019, richiedendo la concessione del suolo pubblico, in maniera tale da riattivare quello spazio oramai chiuso. Si tratta della struttura situata nei pressi dello stadio “XXI Settembre”. Ero addirittura disposta a saldare anche il debito del vecchio gestore pur di salvare la mia attività». Sono le parole di Eugenia Cinnella, titolare dell’edicola ubicata in via Annunziatella, che presto dovrà chiudere la saracinesca.

La materana si era rivolta all’amministrazione comunale con l’intento di portare avanti la sua edicola. La speranza era di pagare 650 euro all’anno per occupazione di suolo pubblico a differenza dei 1000 di fitto al mese: un risparmio considerevole in un periodo molto delicato, specialmente per il suo settore: «Dopo una serie di interlocuzioni positive, ho ricevuto lo stop finale, in quanto l’amministrazione ha poi deciso di fare un bando pubblico. Vorrei specificare che le richieste che ho fatto, sono tutte legittime. Bastava concedere il suolo pubblico in maniera momentanea. In questo modo, il Comune non sarebbe stato vincolato per troppo tempo anche in caso di ripensamento nel futuro. Avrei partecipato chiaramente al bando, sperando di poter vincere», ha aggiunto.

Per Eugenia Cinnella la sua proposta era una soluzione che avrebbe accontentato tutti. «Sta di fatto che, ad oggi, non mi risulta che ci siano persone che vogliano aprile delle edicole. Spero di sbagliarmi perché nel caso sarei la donna più contenta, dato il mio ruolo istituzionale. Loro non hanno voluto trovare un accordo, facendomi aspettare solo tre anni inutilmente. E così oggi mi hanno ufficializzato la loro decisione».

Una batosta incredibile per l’imprenditrice, già messa duramente alla prova dalla forte crisi del settore dell’editoria: «Io oggi non sono più nelle condizioni di tenere aperta la mia edicola a causa dei costi enormi, pertanto, il 17 è il mio ultimo giorno di lavoro con l’amarezza che non venderò la mia licenza».

Una sconfitta per la comunità che dovrà fare i conti con un’assenza significativa: «Mi spiace per tutto quello che ho creato in questi sette anni, i rapporti nati e il punto di riferimento che ero diventata per i miei clienti».

Eugenia, però, spera in un epilogo diverso: «Io continuo a sperare che magari mi sia data l’opportunità di ricevere questa concessione provvisoria in attesa del bando per poi parteciparci. Spero che le edicole possano resistere in questa città, in quanto rappresentano un valore fondamentale per l’intera comunità».

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