Home News Autonomia differenziata, nasce a Potenza il comitato per l’abrogazione della legge

Autonomia differenziata, nasce a Potenza il comitato per l’abrogazione della legge

È nato ieri a Potenza il comitato referendario provinciale per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata. Un fronte comune di sindacati, partiti e associazioni si è riunito nella sede della Cgil per dare vita a un soggetto politico con l’obiettivo di impedire che la legge n.86 del 26 giugno 2024 entri pienamente in vigore.

L’iniziativa

I promotori del referendum temono che l’autonomia differenziata possa portare a una disgregazione del sistema sanitario nazionale, ad un aumento delle diseguaglianze tra le diverse regioni e, in ultima analisi, a una secessione. Per questo motivo chiedono l’abrogazione della legge attraverso un referendum abrogativo.

La prassi

Per attivare il referendum è necessario raccogliere 500.000 firme entro il 30 settembre. Il comitato ha annunciato una conferenza stampa per venerdì 19 luglio a Potenza per illustrare nel dettaglio le motivazioni del referendum e le modalità di raccolta delle firme. L’invito è rivolto a tutte le forze politiche, sociali e associative che si oppongono all’autonomia differenziata a unirsi al comitato e a sostenere la campagna referendaria.

La denuncia

«Il taglio previsto di risorse finanziarie per gli enti locali, quest’anno di 250 milioni, di cui 8,5 milioni a Comuni e Province della nostra regione, ci preoccupa fortemente per le conseguenze dirette sui servizi ai cittadini – commenta il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli esprimendo condivisione all’allarme lanciato da Ali Basilicata, l’associazione delle autonomie locali con presidente Salvatore Adduce e raccogliendo l’appello alla mobilitazione – Non vorremmo fosse la “prova generale” della legge sull’Autonomia Differenziata e dell’effetto della legge che si scarica sulle autonomie locali costrette, secondo il principio che chi già ha può permettersi qualche taglio e chi non ha soldi sufficienti nemmeno a garantire servizi minimi ad arrangiarsi da solo».

«La Uil chiede al Governo di porre rimedio a questo pasticcio e alla Giunta Bardi – conclude Tortorelli – di opporsi in ogni sede istituzionale e di valutare subito insieme a sindaci, Associazioni delle Autonomie Locali e sindacati gli effetti disastrosi specie per il welfare dei tagli, per concordare misure, azioni, interventi non lasciando da soli i sindaci ad affrontare la situazione quando sarà già troppo tardi».

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