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Al Teatro Traetta il coreografo e danzatore Philip Kratz in “O” e “Open Drift”

Ad un certo punto della Metafisica di Aristotele il filosofo scrive che «Se non esistesse nulla di eterno, neppure il divenire sarebbe possibile». Per quanto per un essere finito come l’uomo la dimensione dell’eternità sia impossibile da inquadrare, essa è vista come una prospettiva necessaria allo sviluppo stesso dell’essere umano e del mondo, alla loro costruzione e realizzazione, al loro farsi, momento dopo momento. Una finalità ideale, qualcosa insomma verso cui tendere per poter dipanare ogni fibra del proprio essere.

É questa l’idea alla base di “O”, piccolo capolavoro di danza contemporanea che Philippe Kratz, grande coreografo e danzatore tedesco, noto in Italia per la sua lunga collaborazione con l’Aterballetto e il successo della coreografia “Solitude Sometimes” (firmata per il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano lo scorso anno), presenta stasera al Teatro Traetta di Bitonto. Un appuntamento molto atteso nella programmazione della rassegna “L’arte dello spettatore”, organizzata all’interno dell’ottava edizione del Network Internazionale Danza Puglia e sostenuta da Comune di Bitonto e Teatro Pubblico Pugliese. Oltre che da Kratz, “O” è stato interpretato da Casia Vengoechea, danzatrice e coreografa statunitense che dopo il diploma alla Juilliard School di New York ha danzato, tra gli altri, con il Nederlands Dans Theatre. Chiuso il cerchio eterno di “O”, il palco sarà poi percorso dal flusso corporeo ed energetico di “Open Drift”, altra creazione firmata da Philippe Kratz con Antonio Tafuni e Nagga Baldina accompagnati dalle musiche originali di Borderline Order.
Un inno alla libertà, al sopraccitato divenire, al fluire dell’esistenza. Un transito di forze, connessioni e disconnessioni, che prende forma in due corpi che s’incontrano per pura casualità e poi riprendono il loro volo, la loro traiettoria esistenziale, ciascuno vagando in direzione ignota ma con un nuovo, prezioso carico; fatto del tesoro dell’incontro, dei segni che questo movimento d’animi imprime su chi vi si lascia attraversare. Perché il flusso dev’essere aperto: “Open Drift”, appunto, in ingresso e uscita, in unione e separazione, per quanto doloroso questo possa essere.
A chiudere la serata sarà il consueto dialogo “a bordo palco” previsto dal format, in cui Ezio Schiavulli dialogherà con Kratz e gli interpreti delle creazioni per raccontare esperienze e vissuti che appartengono al progetto artistico e incontrare il pubblico in un dialogo aperto sull’arte coreografica.

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