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Separazione e divorzio veloci, quando la Corte riesce a osare più del legislatore

Tutti lo pensano e nessuno lo dice: non abbiamo il divorzio diretto senza separazione per le opposizioni forti “tutte italiane”. Il legislatore ci ha provato con il nuovo rito Cartabia introducendo l’art.473bis .49 c.p.c. consentendo il cumulo di domande di separazione e divorzio in un unico giudizio, ma trovando forti resistenze interne da parte di molti Tribunali italiani. È finalmente intervenuta la Corte di Cassazione a chiarire la vicenda con la sentenza n. 4311 del 16.10.2023, sperando non venga disattesa da pronunce successive o prassi diverse di Tribunali locali. Cosa colpisce della decisione? L’avere osato e scalfito alcune pietre granitiche del diritto di famiglia: i divieti di patti futuri e di indisponibilità dei diritti in materia matrimoniale.

Stiamo aprendo una porta agli accordi prematrimoniali consentiti da sempre nella cultura giuridica anglosassone? Chissà, ma la strada è ancora lunga, anche se la decisione della Suprema Corte procede in quella direzione senza aver raggiunto il traguardo finale.

Secondo la Cassazione le parti non dispongono anticipatamente degli status di separazione e divorzio, perché gli accordi hanno natura ricognitiva, con riferimento alla verifica dei presupposti necessari per lo scioglimento del vincolo coniugale, e negoziale solo con riferimento ai rapporti economici.

Attendiamo di vedere se i Tribunali dissenzienti si adegueranno all’orientamento della Corte o continueranno a osteggiare le doppie domande di separazione e divorzio per ragioni giuridiche e organizzative, queste ultime non di poco conto.

Attendiamo anche di comprendere se ci sarà una reale riduzione delle spese di giustizia, ma dipenderà da come si orienterà il Ministero competente.

Certo è che gli spot “separazione e divorzio in un colpo solo” restano ancora una chimera.

Roberta Valente – Coordinatrice commissione Famiglia Ordine avvocati di Bari

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