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sabato 12 Ottobre 2024
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L’antiriciclaggio? Un successo italiano ma bisogna aggiornarlo

Chi non ha esperienza può reputare paradossale che il punto cruciale delle attività antiriciclaggio sia costituito da un totale rispetto della clientela. La tutela del sistema è una complessa attività che coinvolge autorità e soggetti obbligati senza per questo poter violare i principi di tutela della privacy della clientela. Rispetto che storicamente in Italia (meno all’estero) si concretizza nella predisposizione di stringenti sistemi di controllo e con ricorso a personale altamente specializzato e numericamente limitato. Troppo evidente, infatti, l’interesse da parte di poteri antidemocratici ad eventuali falle nel sistema in grado di poter indirizzare le azioni di contrasto contro soggetti innocenti al fine di destabilizzare il contesto politico, economico e finanziario.

Ciò premesso è evidente che gli intermediari hanno un obbligo di controllo sulla clientela che in nessun caso deve però trasformarsi in un potere illimitato di esecuzione di valutazioni di merito e di trattamento improprio delle informazioni gestite. La facoltà di un intermediario a seguito di controlli, di non aprire un rapporto di conto corrente o di cessare una relazione in essere, nel rispetto di eventuali indagini in corso, deve essere pertanto limitata all’esercizio di competenze elevatissime ed in nessun caso essere demandata ad automatismi o a processi banalizzati.

Reputo che il sistema antiriciclaggio italiano rappresenti una concreta storia di successo essendo stato in grado di neutralizzare gli innumerevoli attacchi criminali avvenuti nell’ultimo terzo di secolo da ogni direzione. Recenti notizie di piccole o grandi falle nel sistema delle segnalazioni ovvero delle informazioni sui conti correnti devono essere pertanto essere utilizzate come monito sull’obbligo di mantenere eccellente il nostro sistema soprattutto negli ambiti oggetto di crescenti complessità: continuo aggiornamento del sistema dei controlli interni; riservatezza del sistema antiriciclaggio in sede di acquisizione e trattamento delle informazioni sulla clientela (know your customer); inviolabilità del sistema di segnalazione di operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo; limitata estensione numerica e territoriale delle attività di accesso e di gestione dei dati della clientela anche in logica di crescente cyberspazio; alto livello di controllo dei sistemi di accesso e autorizzazione alle informazioni in termini fisici e logici.

Laddove un manager affronti tali tematiche con sufficienza non bisogna avere scrupoli nel valutare con immediatezza la sua incapacità a ricoprire il ruolo. In ogni caso occorre prendere come riferimento il sistema italiano antiriciclaggio costituito da autorità e da soggetti obbligati, che per un terzo di secolo rappresenta un’indubbia eccellenza.

Emanuele Di Fenza è consulente antiriciclaggio

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