Home Editoriali Niente rivoluzioni senza sicurezza, la patente farà bene all’edilizia

Niente rivoluzioni senza sicurezza, la patente farà bene all’edilizia

Non è di certo il primo onere burocratico, né sarà l’ultimo, di cui il settore delle costruzioni dovrà farsi carico. Ma potrebbe rappresentare uno dei cambiamenti di maggiore impatto sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Da ieri è diventata obbligatoria la patente a crediti.

Non solo per le aziende edili, ma anche per tutti coloro i quali operano nei cantieri temporanei e mobili. L’efficacia della norma andrà valutata nel tempo, certamente. Ma, senza dubbio, è un ulteriore passo in avanti per poter qualificare le imprese del comparto. Perché le ditte hanno davvero ancora bisogno di aggiornarsi e perfezionarsi.

Negli ultimi anni, infatti, con la spinta del Bonus facciate, prima e del Superbonus, poi, si sono affacciate sul mercato tante realtà non tutte, però, capaci di eseguire gli interventi a regola d’arte, ricorrendo a personale non sempre all’altezza dei compiti assegnati e non molto formati in ambito di sicurezza.

Il settore delle costruzioni si era trovato, e probabilmente lo è tuttora, impreparato ad affrontare una crescente domanda di riqualificazione dei fabbricati residenziali e non. Si tratta degli edifici verdi, anche conosciuti come “green buildings” che mirano a ridurre il loro impatto sull’ambiente e a promuovere la sostenibilità della filiera, dalla progettazione alla demolizione.

Il comparto ha ora davanti a sé una vera e propria rivoluzione copernicana che sta investendo tutto il mondo dell’abitare. I nuovi edifici, ad esempio, sono prevalentemente dotati di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e di sistemi tecnologici integrati al fine di monitorare e gestire, in modo automatico, ogni aspetto: dal consumo energetico a quello idrico per garantire il giusto comfort e la salubrità dell’ambiente domestico. La diminuzione delle emissioni inquinanti nel settore edilizio non potrà essere raggiunta solo con la realizzazione di nuovi immobili di proprietà pubblica o privata, ma dovrà completarsi con il restyling di quelli già esistenti.

L’Europa ha già tracciato la strada con la direttiva delle case green che impone la ristrutturazione dei fabbricati più energivori o meno performanti dal punto di vista energetico. Per avviare questa attesa rivoluzione copernicana, non si può non partire dalla sicurezza nei cantieri. La norma di riferimento della patente a crediti (o a punti) per la sicurezza nei luoghi di lavoro è contenuta nell’articolo 27 («Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti») del Testo unico della sicurezza, riscritto integralmente dal decreto-legge 19/2024. Con la pubblicazione del decreto attuativo (Dm 132/2024) e della circolare esplicativa dell’Ispettorato nazionale del lavoro (4/2024), il Ministero del Lavoro l’ha di fatto resa operativa.

Non è la prima volta, né sarà l’ultima, come detto, in cui i Governi che si sono succeduti negli ultimi anni abbiano adottato provvedimenti per alzare gli standard qualitativi delle aziende che operano nel comparto delle costruzioni. Il 21 maggio 2022 è entrata in vigore la legge di conversione del decreto-legge Ucraina (numero 21/2022) che all’articolo 10-bis ha introdotto l’obbligo dell’attestazione Soa, già obbligatoria per gli appalti pubblici di importo superiore ai 150mila euro, necessaria anche per i lavori privati per poter fruire dei bonus edilizi se di importo superiore ai 516mila euro. A rilasciarla sono «società organismo di attestazione» (Soa) vigilate dall’Anac (acronimo di «Autorità nazionale anticorruzione»), in seguito a una complessa e lunga verifica dei requisiti, come, ad esempio, la regolarità contributiva previdenziale, oltre al rispetto delle norme in materia di prevenzione delle infiltrazioni mafiose e interdittiva antimafia. Ma si eseguono anche verifiche sulla capacità economica, misurando i lavori effettuati in passato, le attrezzature, il personale dipendente e non solo.

Non si poteva e non si può più continuare a sbagliare. In gioco c’è il futuro di un settore, quello delle costruzioni, che, da sempre, traina l’economia. Basti pensare a tutto l’indotto del manifatturiero, ma non solo. Impatta anche sui conti pubblici. Sono tante le norme che, negli anni, hanno interessato la fiscalità immobiliare: dalle imposte dirette ed indirette alle diverse detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e le riqualificazioni energetiche. Le agevolazioni per interventi di recupero del patrimonio edilizio sono state introdotte già a partire dal 1997 (articolo 1, commi 5 e 6, della legge numero 449 del 27 dicembre 1997) mentre a partire dal 2007 sono state previste detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica (legge numero 296 del 27 dicembre 2006, articolo 1, commi da 344 a 349). Tali misure sono state prorogate di anno in anno, con specifiche rimodulazioni della misura e dei limiti di tali benefici. In attesa dell’ennesimo riordino degli incentivi, si è reso necessario emanare un provvedimento per salvaguardare gli operai, ma non solo, nell’interesse delle stesse aziende.

Davide Stasi è economista, data analyst e direttore dell’osservatorio economico Aforisma

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