Home Editoriali Burocrazia in carcere? No, grazie

Burocrazia in carcere? No, grazie

Ieri, insieme con alcuni componenti del direttivo della sezione di Bari della Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), su autorizzazione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria presso il Ministero della Giustizia nonché della direttrice del carcere Valeria Piré, ho fatto visita all’istituto penitenziario “Francesco Ferrucci” di Bari.

La delegazione, composta anche dalle avvocate Miriam L’Abbate e Gaia De Lucia e dagli avvocati Daniele Lucente e Tommaso Giovanni Patrone, ha presenziato all’incontro per contribuire alla attuazione di una lodevole iniziativa, volta a monitorare la situazione delle carceri italiane e sensibilizzare l’opinione pubblica e il Legislatore in merito all’importanza di una riforma dell’ordinamento penitenziario, auspicata dall’Osservatorio nazionale Aiga Carceri, appositamente istituito per la tutela dei temi della dignità del detenuto, del principio di rieducazione della pena e delle condizioni lavorative degli “addetti ai lavori”, quali la polizia e gli altri operatori del sistema penitenziario.

A fare gli onori di casa è stato il vice comandante della casa circondariale di Bari, Nicola Colucci, che ha consentito l’accesso ai siti, il confronto con gli agenti, gli operatori, i medici, gli educatori, gli insegnanti e tutti coloro i quali, quotidianamente, si adoperano affinché il carcere di Bari si presenti come una realtà dignitosa e rispondente all’esigenza di rispetto della persona.

Da questo confronto è emersa, tuttavia, l’urgenza di un intervento legislativo che si preoccupi di snellire la burocrazia che rallenta ogni singola azione quotidiana e tenda a favorire il dialogo e la cooperazione degli Istituti penitenziari con i Tribunali. In particolare, inoltre, è emersa la necessità di integrare l’organico in una struttura ai limiti del sovraffollamento, garantire il rispetto degli spazi minimi per ciascun detenuto e favorire l’assistenza di soggetti affetti da patologie psichiatriche che, per carenza di posto nelle apposite Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza) vengono ospitati, seguiti e sottoposti alle dovute cure nelle carceri. Il carcere di Bari, tuttavia, presenta una struttura sanitaria di altissimo livello ed è gestito da personale altamente qualificato che, non senza difficoltà, riesce a rendere altamente funzionante l’intera struttura.

L’incontro scaturisce dall’esigenza di sensibilizzare l’opinione pubblica e il Legislatore sull’importanza, per il nostro Paese, di avviare un serio e quantomai urgente dibattito sulla riforma dell’ordinamento penitenziario, che dia effettività al principio costituzionalmente garantito di rieducazione della pena nonché a quello di garanzia del rispetto della dignità umana del detenuto all’interno dell’istituto di pena; che passi attraverso il potenziamento delle condizione lavorative del personale di polizia penitenziaria; che persegua anche lo scopo di rafforzare e garantire la sicurezza del nostro Paese.

Palmo Dorian Saracino è presidente dell’Aiga Bari

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