Home Editoriali Ora un patto per il futuro dei ragazzi

Ora un patto per il futuro dei ragazzi

Parlare di neet significa argomentare su una categoria eterogenea e fare riferimento a una moltitudine di condizioni che afferiscono a sfere diverse della vita. Lo studio della Cisl è uno dei pochi che, oltre a riportare una prima parte di tipo quantitativa, ne propone una seconda che approfondisce qualitativamente il punto di vista di chi sperimenta in prima persona la condizione neet.

Difatti, a fronte di una media europea del fenomeno che si attesta al 13,1%, il dato italiano risulta essere pari al 23,1% contro una media pugliese pari al 30,5% che necessariamente riflette l’urgenza di realizzare azioni mirate.

Lo studio analizza la situazione particolare a livello regionale offrendo spunti di riflessione, proposte e azioni volte a contrastare il fenomeno partendo dal contribuito dell’organizzazione sindacale Cisl Puglia. Emerge la realtà della Cisl Puglia particolarmente attenta alla condizione giovanile e con una evidente volontà di impegnarsi per arginare il fenomeno. Sono molteplici le azioni che la stessa promuove anche grazie all’istituzione degli sportelli che cercano di facilitare la transizione al lavoro rimuovendo possibili ostacoli e adottando un modello centrato sulla formazione e sull’orientamento. Si tratta di tematiche sulle quali molto si sta scommettendo, specialmente dopo il periodo appena trascorso che ci ha visti interessati da una pandemia mondiale.

L’idea condivisa, oltre a raccogliere il punto di vista dei dirigenti locali e degli iscritti alla Cisl Puglia che hanno rappresentato il campione della prima parte dello studio, è stata anche quella di riflettere e ricavare il punto di vista dei giovani coinvolti in prima persona nella condizione Neet per il quale è stato costruito uno strumento di ricerca di matrice qualitativa. Questa parte dello studio ha permesso di acquisire dati interessanti sulla condizione dei giovani Neet e danno contezza delle difficoltà che in questa condizione si incontrano, le opportunità da cogliere e la visione di un futuro tutto da immaginare. È necessario, dunque, un lavoro congiunto tra gli attori del territorio per far sì che “i ragazzi che non ci credono più” passino dalla disillusione alla speranza.

Alberto Fornasari è docente di Pedagogia sperimentale presso l’Università di Bari e direttore del Cirpas

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