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Terzo mandato, ora Schlein apre ma la Lega frena. Decaro: «Non è una battaglia di potere»

La direzione del Partito democratico, convocata ieri per discutere (ufficialmente) dell’organizzazione del congresso del Partito socialista europeo previsto per il primo e 2 marzo a Roma, ha visto l’ennesimo confronto tra segreteria nazionale e amministratori locali sul tema del terzo mandato per sindaci e governatori, visto che la Commissione Affari costituzionali del Senato, nell’ambito della conversione in legge del decreto sull’election day, dovrà esprimersi giovedì. Nel frattempo la Lega prende tempo e, per bocca del presidente friulano Massimiliano Fedriga, frena e parla di terzo mandato solo per i piccoli Comuni.

La segretaria nazionale, Elly Schlein, da sempre contraria ad aumentare il numero dei mandati, ha ammesso che «ci sono sensibilità diverse sul tema» e per questo ha dato mandato al responsabile Enti locali del partito, Davide Baruffi, di costituire un gruppo di lavoro tra parlamentari, dirigenti nazionali e rappresentanti degli enti locali, con un laconico «confrontiamoci».

Il board sarà a trazione pugliese con la presenza di Antonio Decaro. Il sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci ieri è intervenuto al Nazareno ribadendo che «quella sul terzo mandato non è una battaglia di potere e nemmeno una battaglia del partito dei sindaci. Sono donne e uomini che all’interno dello loro città hanno fatto bene il lavoro e quindi credo che gli amministratori meritano un momento di confronto pubblico e ringrazio la segretaria per l’impegno sul gruppo di lavoro». Insieme con Decaro faranno parte del gruppo i primi cittadini di Firenze, Dario Nardella, e di Pesaro, Matteo Ricci.

Con loro i capigruppo parlamentari Chiara Braga e Francesco Boccia e i responsabili della materia in segreteria e cioè Igor Taruffi, Alessandro Alfieri e Baruffi che spiega: «Abbiamo avanzato la disponibilità a un confronto di merito non schiacciato sul tema dei mandati, ma che preveda un sistema di pesi e contrappesi, rafforzando la funzione delle assemblee elettive. È un appello che facciamo a tutte le forze politiche. La segretaria ha avanzato l’idea di un gruppo di lavoro da metter in campo da qui a giovedì. Se è solo un braccio di ferro fra Lega e Fratelli d’Italia se ne assumeranno la responsabilità».

Intanto, la sensazione che entro giovedì la Lega ritiri i due emendamenti presentati in Commissione per introdurre il terzo mandato è alimentata dalle parole di di uno dei governatori più importanti del Carroccio: Massimiliano Fedriga che, oltre a guidare la regione Friuli-Venezia Giulia, è anche al vertice della Conferenza nazionale dei presidenti di Regione e ieri ha detto che del terzo mandato si potrà parlare «con più tranquillità dopo le europee».

Secondo l’esponente leghista, comunque, la riforma non contiene alcun pericolo di concentrazioni di potere «in quanto il voto in regione è prettamente un voto di opinione a differenza invece delle piccole comunità che sono molto più condizionabili. Sono comunque favorevole al terzo mandato anche per le piccole comunità, ma se la logica è che chi governa per tanto tempo può condizionare l’elettorato, allora penso che questo avvenga molto di più in una piccola comunità rispetto a una regione»

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