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L’inutilità del male

Le liti in TV, sui giornali, all’interno delle aule preposte? In realtà la kermesse politica è molto meno esacerbata di quanto possa sembrare.

C’è ancora qualcuno che ci crede, per carità, ma se si guarda meglio si scopre un sottobosco nebbioso dove spesso i contorni si confondono. In questo luogo impera il consociativismo, l’inciucio, ovvero il far finta di stare contro per poi mettersi d’accordo.

Tirare su delle polemiche contro qualcuno (anche dello stesso schieramento) per trarne benefici personali. Mettersi d’accordo per fare del male a qualcun altro. Tipo accusarlo di un reato che non ha commesso e comunque non ascrivibile come tale.

Per mettere su un carosello simile però, c’è bisogno che l’inganno diventi tentacolare. Non solo la politica; spesso arrivano anche a chi dovrebbe controllare e giudicare.

Insomma, se si decide che a qualcuno bisogna fargliela pagare, ci si organizza per bene. Anzi, per male. Il cosiddetto male inutile. Questa è l’Italia.

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