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Femminicidio a Gravina, il racconto della figlia: «Mamma era lucida, ha detto: “Mi voleva uccidere”»

«Quando sono arrivata, mamma era nella stanza rossa del Pronto Soccorso, ma mi hanno detto che non potevo subito entrare perché la stavano visitando. Dopo poco mi hanno chiamato per farmi entrare e l’ho vista in condizioni pietose, era su un letto, aveva il collare. Mamma era lucida perché ha parlato perfettamente con me. Io le ho chiesto: “mamma cosa è successo?” e lei mi ha risposto: “Mi voleva uccidere, mi voleva uccidere!”». È nel racconto di sua figlia Antonia, riportato nel decreto di fermo, tutta l’agghiacciante ricostruzione della morte di Maria Arcangela Turturo.

I capelli bruciati

«Poi mi ha detto: “la protesi alla gamba è uscita di nuovo ’’ e l’infermiera, per tranquillizzarla, le ha detto che la sistemavano – prosegue la donna – Mia mamma ho visto che era in condizioni pietose, si vedeva che aveva il petto deformato, forse tutto rotto. Poi le ho chiesto perché avesse i capelli bruciati, glieli ho anche toccati, e lei mi ha detto: “mi ha chiuso in macchina con le fiamme”! E io ho detto: “ma come?”, e lei mi ha detto: “sì, mi sento di morire” ed io penso, poi, che se ne sia andata in quel momento. In quel momento ero solo io con mia mamma ed era presente una infermiera, mi sono resa conto che se ne stava andando e ho gridato: “mamma, mamma” e all’infermiera dicevo: “aiutatela”; l’infermiera ha messo un tubicino al naso, credo dell’ossigeno, ma poi mamma mi ha guardato e si è girata».

Storia di un matrimonio

«La storia dei miei è infinita; l’ha fatta arrivare almeno tre volte al Pronto Soccorso, la maltrattava. Dopo la morte dei suoi genitori, mio padre sembrava depresso e mia madre lo fece visitare. Gli riscontrarono Alzeihmer e demenza senile, parliamo di 5 o 6 anni fa. Fu ricoverato e dopo lui tornò a casa con una cura che ha seguito per circa due anni. Per quanto riguarda l’aggressività di mio padre ci sono anche le denunce presso i carabinieri relative a parecchi anni fa».

I rapporti

«Sembrava stesse bene e che non ci fossero più particolari problemi. Lui era sempre presente a sé stesso, lucido e capace, i dottori avevano detto a mia mamma che doveva stare un po’ dietro, non lasciarlo da solo, ma non era in condizioni di incapacità o di non essere in grado di badare a se stesso, anzi. Ci sono stati altri episodi di violenza, ma spesso interveniva la famiglia di mio padre a mediare e quindi mamma non ha più denunciato».

Gli allontanamenti da casa

«Mia madre voleva andare via. Si confidava con me, con noi figli. Spesso mamma scappava da casa di mio padre per una settimana, dieci giorni e stava da me o da mia sorella, e poi rientrava da mio padre. Tanti anni fa, avevano litigi infiniti perché non riuscivano a mantenere l’azienda, erano pieni di debiti. Mio padre si occupava di mungere le mucche, che allevava, e produrre latticini».

La violenza sui figli

«Allora sono iniziati i litigi, intervenivano anche i miei fratelli, si ammazzavano di botte mio padre con i miei fratelli, loro, insomma, volevano aiutare mia madre, ma lui era troppo violento. Addirittura una volta mio padre tentò di accoltellare mio fratello e mio padre, per quello, fu arrestato, parliamo dell’anno 2010-2011. Noi dicevamo a mia madre di scegliere se stare con loro o con noi, ma mia madre per farsi aiutare chiamava mia nonna, la mamma di mio padre, o i parenti di lui per cercare di appianare le cose. In quest’ultimo periodo non litigavano, ma lui da quando aveva iniziato la cura, stava meglio.

Mia madre se lo sentiva

«Da quando é stato dimesso a settembre 2024 dall’ospedale io ho notato episodi strani, movimenti strani, atteggiamenti strani. Io infatti dicevo: “papà non sei contento che sei uscito dall’ospedale?” e lui rispondeva: “no, perché dici questo?”. Ce ne accorgemmo perché stava seduto sul divano di casa, davanti al camino acceso di casa mia, pensieroso e faceva un gesto della morte con le mani, facendo roteare le tre dita. Mamma a settembre mi disse: “Mi sento che mi deve uccidere”. forse lui ha sempre avuto rabbia nei confronti di mia madre dall’incendio e da quando fu arrestato per il tentato omicidio di mio fratello. Lui non aveva accettato questa cosa che era stato in carcere. Mia madre nonostante tutto si continuava a preoccupare per lui, domani doveva accompagnarlo al controllo all’ospedale di Gravina».

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