Home News Il Senato boccia l’autonomia, è bufera sul documento online: «Democrazia violata»

Il Senato boccia l’autonomia, è bufera sul documento online: «Democrazia violata»

Forte crescita del bilancio regionale, ridimensionamento di quello statale, livelli essenziali delle prestazioni a rischio e meno economie di scala: ecco le criticità evidenziate in una nota elaborata dal Servizio Bilancio del Senato, pubblicata sul profilo Linkedin di Palazzo Madama, poi scomparsa e infine riapparsa con la dicitura “bozza provvisoria non verificata”. Il “pasticcio” inasprisce il dibattito sul ddl Calderoli, attraverso il quale il governo Meloni vorrebbe attribuire alle Regioni competenze più ampie in determinate materie, in vista del via alle audizioni in Senato fissato per martedì prossimo.

Il Servizio Bilancio del Senato ha passato al setaccio il ddl «rilevando alcune criticità». Qualche esempio? «Nel caso del trasferimento alle Regioni di un consistente numero di funzioni oggi svolte dallo Stato, e delle relative risorse umane, strumentali e finanziarie – si legge nel documento – ci sarebbe una forte crescita del bilancio regionale e un ridimensionamento di quello statale, col rischio di non riuscire a conservare i livelli essenziali delle prestazioni presso le Regioni non differenziate. Le Regioni più povere, oppure quelle con bassi livelli di tributi erariali maturati nel proprio territorio, potrebbero avere maggiori difficoltà a finanziare e ad acquisire le funzioni aggiuntive».

In più, il trasferimento di nuove funzioni amministrative a Comuni, Province e Città metropolitane da parte delle Regioni differenziate «potrebbe far venir meno il conseguimento di economie di scala, dovuto alla presenza dei costi fissi indivisibili legati all’erogazione dei servizi la cui incidenza aumenta al diminuire della popolazione». Infine, secondo il Servizio Bilancio, nel ddl Calderoli andrebbe chiarito se i componenti della Commissione paritetica Stato-Regione verrà corrisposta «un’indennità diaria, gettone di presenza o altro emolumento comunque denominato e se per il suo funzionamento si possa fare fronte con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste a legislazione vigente».

La pubblicazione del dossier ha suscitato un vespaio, tanto che, nel giro di qualche ora, l’ufficio stampa del Senato ha precisato come la «bozza provvisoria, non ancora verificata, sul ddl sull’autonomia differenziata» fosse stata «erroneamente pubblicata online». A quel punto il testo è stato ritirato e successivamente riproposto con la dicitura “bozza provvisoria non verificata”. Di qui le critiche di merito e di metodo anche da parte della politica pugliese. «Se un organo tecnico come l’Ufficio del Bilancio del Senato dice che il ddl Calderoli rischia di creare disuguaglianze tra le regioni – ha evidenziato Francesco Boccia, senatore biscegliese del Pd – vuol dire che le nostre preoccupazioni e critiche erano e sono fondate.

Il ddl Calderoli serve solo alla Lega per avere quella visibilità che l’egemonia di Giorgia Meloni sta oscurando, ma spacca l’Italia». Di «bocciatura netta e inequivocabile» parlano i deputati dem Claudio Stefanazzi, Ubaldo Pagano e Marco Lacarra che stigmatizzano anche la gestione della vicenda da parte del Governo: «La maggioranza piega le istituzioni ai suoi desiderata. Siamo siamo dinanzi all’ennesimo episodio allarmante che ci allontana dalle regole della democrazia».

Atmosfera incandescente, quindi, in vista delle audizioni in Senato previste per martedì e giovedì prossimi: in lista 58 rappresentanti istituzionali tra i quali il presidente pugliese Michele Emiliano.

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