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Migranti, la Geo Barents in porto a Bari: a bordo 121 migranti, tra loro due donne prive di vita

È arrivata a Bari poco prima di mezzogiorno la Geo Barents, nave di soccorso dell’ong Medici senza frontiere, con a bordo 121 migranti salvati nei giorni scorsi in diverse operazioni nel mar Mediterraneo.

Sulla nave ci sono anche i corpi senza vita di due donne, una sarebbe stata recuperata morta in mare mentre l’altra sarebbe deceduta sulla nave. Nel gruppo dei migranti ci sono 106 adulti, di cui 104 uomini, e 15 minori che non risultano accompagnati. Provengono da diversi Paesi tra cui Bangladesh, Egitto, Eritrea, Sudan e Yemen.

I salvataggi sono avvenuti in diversi momenti: prima 85 persone sono recuperate, probabilmente in due diverse operazioni, successivamente le altre 37. Queste ultime, come reso noto dall’ong, «si trovavano su una barca in vetroresina in difficoltà: erano molto deboli, dopo aver passato 4 giorni in mare». Il soccorso è avvenuto «in coordinamento con le autorità italiane, dopo aver ricevuto una segnalazione da Alarm phone e grazie al prezioso supporto dei volontari», ha spiegato nei giorni scorsi Medici senza frontiere.

Medici senza frontiere ha richiesto ripetutamente l’assegnazione di un porto più vicino per sbarcare i primi 85 sopravvissuti: alla fine le autorità italiane hanno confermato il porto di Bari. Le operazioni di salvataggio, probabilmente tre in tutto, più due evacuazioni mediche, sarebbero state difficili.

Alcuni dei passeggeri a bordo come riferito dall’organizzazione «hanno perso familiari e amici in poche ore, mentre cercavano di sopravvivere al mare». Alcuni migranti sarebbero dispersi.

Al porto di Bari è attiva la “macchina dell’accoglienza“, con i volontari e gli operatori del comitato barese della Croce rossa italiana, attivata dalla Prefettura, che opera con il supporto dei servizi del Comitato regionale Puglia tra cui il Reparto di Sanità pubblica ausiliario del Ministero della Salute ed il Servizio Migrazioni con le attività di Restoring Family Links per prevenire le separazioni allo sbarco, supportare e facilitare i rapporti dei parenti delle vittime con le autorità italiane e agevolare le riunificazioni familiari segnalateci dal capo missione a bordo della nave. Presente anche personale della Asl, Protezione civile e forze dell’ordine.

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