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Morto in casa, l’ultimo sms di Domenico Buonamico è un giallo: oggi l’autopsia

L’ultimo messaggio l’ha inviato alle due di notte, in una conversazione intercorsa con un amico. Poi nessuno è più riuscito a mettersi in contatto con Domenico Buonamico, il 22enne ritrovato senza vita nel giorno di Santo Stefano nell’appartamento in cui viveva con la madre, in via Montenegro, nel cuore della zona Umbertina.

Ma andiamo con ordine. Secondo la ricostruzione fatta dall’Edicola del Sud, Domenico aveva trascorso la vigilia e il pranzo di Natale con la madre e alcuni parenti (i genitori sono infatti separati), a Foggia. Finito il pasto, è tornato a Bari perché avrebbe dovuto passare il giorno seguente con il padre. La sera del 25 è andato a giocare a carte a casa di amici, dopodiché è tornato in via Montenegro a tarda ora.

Nel frattempo si era sentito con altri coetanei con cui si sarebbe dovuto vedere, ma l’appuntamento è poi sfumato. L’ultimo contatto è stato con Giovanni, un suo amico, in una conversazione WhatsApp in cui l’ultimo messaggio è stato inviato da Domenico verso le 2 di notte del 26 dicembre. Da lì non l’ha più sentito nessuno, incluso il padre che, verso l’ora di pranzo si è presentato a casa del ragazzo, che però non gli ha risposto, né al citofono né al telefono. Pensando stesse ancora dormendo, il genitore è tornato intorno alle 15.30, ma la situazione non era cambiata. Preoccupato, ha provato a entrare nell’appartamento con le chiavi in suo possesso (Domenico viveva infatti con la mamma), ma il ragazzo aveva chiuso la porta dall’interno. Il padre ha allora chiamato i vigili del fuoco che di lì a poco sono giunti sul posto e hanno fatto la tragica scoperta: il corpo del giovane era per terra, in bagno, senza vita.

Sull’accaduto al momento indagano i carabinieri del nucleo Radiomobile del Comando provinciale di Bari, coordinati dalla pm Desirée Digeronimo, che ha subito disposto l’autopsia per chiarire quanto accaduto. L’esame autoptico sarà effettuato dal professor Antonio De Donno alle 9 di oggi nell’Istituto di medicina legale del Policlinico di Bari.

Il dubbio di chi lo conosceva è sull’ora e sulle cause del decesso. Alcuni sostengono che Domenico sia morto la notte stessa del 26 dicembre, altri durante la mattinata. Su questo, però, dovrebbe fare chiarezza l’autopsia in programma stamattina. Un dato certo è che i messaggi inviati sul telefono del 22enne dopo le 2 della notte di Santo Stefano non sono mai stati consegnati (mancherebbe, infatti, la cosiddetta “doppia spunta” di WhatsApp), o perché l’apparecchio è stato stato spento di proposito o a causa della batteria scarica.

Un altro dubbio, al momento, è sulle cause della morte di Domenico. Stando al racconto di un amico, circa un mese fa il giovane avrebbe avuto uno svenimento, anche abbastanza serio, le cui cause non sono però note. Secondo chi lo conosceva si è forse trattato di un evento simile, cioè di un malore che, probabilmente, ha fatto sbattere la testa del 22enne contro uno dei sanitari del bagno. Meno probabile – ma tuttavia non completamente da escludere – l’ipotesi del malessere di per sé fatale. Al momento, però, tutte le piste sono vagliate dagli inquirenti, anche se l’autopsia di questa mattina farà sicuramente luce sull’accaduto.

Domenico «era un ragazzo molto sensibile, una persona sempre solare, socievole ed empatica» racconta Gabriele, suo amico fraterno, che aggiunge: «Era figlio unico e cercava molto la compagnia e gli amici e faceva di tutto per passare un po’ di tempo con loro, pure agli orari più disparati, anche solo per fare due chiacchiere e parlare del più e del meno. Era amico di tutti, davvero non ci spieghiamo come sia potuto succedere». Dopo essersi trasferito in città (prima viveva a Lecce) e aver frequentato il liceo scientifico Scacchi, si era iscritto a Ingegneria, anche se stava passando un periodo di riflessione e di rivalutazione dei propri obiettivi. Ma Domenico era anche tifosissimo del Bari e la Curva Nord era uno dei suoi posti del cuore. Lo ricorda Giammarco, amministratore della pagina social “Sangue Biancorosso”, che in un post ha scritto: «Quante volte scherzando ci siamo detti “avremo 40 anni quando il Bari tornerà in serie A..” e invece il Bari in serie A non potrai mai rivederlo Domè. Ma ti prometto che quando ci rivedremo ti racconterò tutto delle trasferte all’Olimpico, al Maradona e San Siro che dovevamo farci insieme. Ti voglio bene amico mio».

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