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Auto fuori strada a Cassano, sul “cavalcavia della morte” i tecnici del Ministero

Una accurata, scrupolosa attività di rilievo sul “cavalcavia della morte” a Cassano delle Murge, dove la scorsa domenica sera hanno perso la vita due fidanzati, Francesco Castellaneta e Greta Francone di 24 e 21 anni.

I due tecnici dell’Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, alle dirette dipendenze del Ministero dei Trasporti sono arrivati da Roma per effettuare i rilievi e stilare un rapporto sulle condizioni della strada, della segnaletica, dell’illuminazione e soprattutto del guard-rail posto a protezione della curva che si affaccia su uno strapiombo di circa 8 metri dove l’auto guidata dal giovane è precipitata.

Se, infatti, dalle indagini effettuate dai Carabinieri della Stazione di Cassano pare emerga con pochi dubbi che la causa dell’incidente si stata la elevata velocità del veicolo, l’Agenzia vuole vederci chiaro e sta approfondendo sia il contesto che la dinamica dell’accaduto.

Il rapporto

Quello dei tecnici, che potrebbe entrare a far parte nel fascicolo aperto dalla Procura della Repubblica di Bari sulla vicenda, per il momento contro ignoti e senza indagati. Se, quindi, le responsabilità sono praticamente certe, gli investigatori vogliono capire – anche in chiave di prevenzione per il futuro – se su quel tratto di strada è stato fatto tutto il possibile per prevenire eventuali incidenti e chi avrebbe dovuto intervenire su manto stradale, segnaletica e protezioni.

Il luogo dell’incidente

Quella strada, da quanto risulta dalle opere effettuate come l’illuminazione pubblica e dai documenti ovvero ordinanze comunali che limitano la velocità, dovrebbe essere di competenza del Comune e tuttavia un vecchio cippo chilometrico indica che la competenza potrebbe essere della Città Metropolitana di Bari, l’ex Provincia. O che perlomeno il passaggio di tali competenze non sia mai stato perfezionato con atti idonei quando quella strada che immette sulla provinciale per Sannicandro di Bari, nei primi anni ‘90, fu progettata e costruita come uscita dalla zona artigianale.

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