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Poche case e affitti insostenibili: «A Bari ormai è negato il diritto all’abitare»

Diritto alla casa negato, gentrificazione dei quartieri popolari, Bed&Breakfast che saturano il mercato. Sono i nodi irrisolti dell’emergenza abitativa messi in luce dal Comitato per la casa di Bari in un lungo appello rivolto all’amministrazione comunale e all’assessore al Patrimonio Vito Lacoppola.

«La casa è un diritto non un favore – spiegano dal gruppo – l’amministrazione comunale dia risposte concrete. La città ha scoperto una vena turistica “usa e getta” che non ha fatto altro che aumentare i profitti dei gestori dei ristoranti del centro e dei proprietari di case che hanno convertito gli immobili in Bed&Breakfast vedendo crescere considerevolmente le proprie rendite».

Una speculazione che ha prodotto una diminuzione dell’offerta a fronte di una richiesta che resta immutata, specialmente in alcuni quartieri popolari, come Madonnella e Libertà. «Si tratta di zone che già stavano affrontando un pericoloso processo di gentrificazione – spiega ancora il comitato – Il risultato è ovviamente la lievitazione degli affitti divenuti inaccessibili ad una sempre più larga fetta di popolazione. Si ripetono, insomma, le stesse dinamiche speculative che hanno portato negli anni ‘90 alla “deportazione” degli e delle abitanti di Bari vecchia nelle estreme periferie della città».

Per affrontare l’emergenza il gruppo ha avanzato diverse richieste alle istituzioni, a partire dalla convocazione di un tavolo sull’emergenza abitativa. Il comitato chiede poi la riapertura del bando per l’assegnazione delle case popolari; la conversione degli immobili inutilizzati di proprietà di Comune di Bari e Città Metropolitana (evidenziati in delibere facilmente consultabili) in abitazioni popolari; l’accertamento sul patrimonio immobiliare privato inutilizzato con chiare finalità speculative, la regolamentazione dei Bed & Breakfast e delle locazioni brevi, come avvenuto in altre città; lo stop ai profitti degli imprenditori edili, via a nuova edilizia residenziale pubblica.

«Sosterremo in ogni modo, con la nostra solidarietà ed i nostri corpi, le persone che si trovano sotto sfratto per morosità incolpevole, che vedono le proprie vite in bilico, rompendo silenzi e solitudini. Esigiamo che il Comune si attivi con la prefettura per l’immediato blocco degli sfratti affinché le persone possano fare un passaggio diretto da una casa all’altra». Attualmente si contano almeno 500 nuclei familiari in attesa di ricevere un alloggio popolare. Ma secondo il comitato per la casa, le misure messe in campo dal Comune negli anni sono state solo dei palliativi, «nella migliore delle ipotesi, di natura emergenziale, di fronte ad una situazione che è ormai diventata strutturale, ne sono un esempio le “case di comunità”. Restando in tema di bandi, quello per l’assegnazione delle case popolari è fermo dal 2018 e comunque di nuovi investimenti sull’edilizia residenziale pubblica non vi è traccia, mentre i palazzinari pasteggiano delle nostre periferie».

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