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Torna a crescere il costo della benzina e del gasolio. Assoutenti: «Rincari oltre il 5%»

Con il primo fine settimana da bollino rosso per le strade italiane arriva anche il rincaro del prezzo dei carburanti. Dopo i rallentamenti del prezzo, rispetto a una inflazione generale galoppante, tornano a salire i prezzi alle colonnine. È quanto emerge da una analisi realizzata da Assoutenti. L’approfondimento è finalizzato a fotografare la situazione a pochi giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di esporre i prezzi medi accanto a quelli applicati dalla stazione di servizio. L’associazione, dunque, attingendo ai dati del ministero, ha potuto verificare un aumento da maggio ad oggi del 4,9 per cento della benzina e del 5,6 per cento del gasolio. Il timore evidenziato da Furio Truzzi, presidente nazionale di Assoutenti, è che non sia tanto il prezzo del petrolio ad influire sulle tariffe bensì la speculazione. «La concomitanza con il periodo delle partenze estive – afferma Truzzi – ci fa temere che ci siano altre motivazioni che alimentano tali rincari. Per questo chiediamo al governo di ricorrere a Mister Prezzi e alla Commissione di allerta rapida per monitorare con attenzione l’andamento dei prezzi di benzina e gasolio e svelare cosa avviene nella formazione dei listini durante tutta la filiera, dall’estrazione alla vendita presso i distributori».

 Alimentari: «I contadini pagati il 21% in meno»

Se quello dei carburanti è un settore che ha  ripreso a correre in questi giorni dopo circa due mesi di tregua, quello agroalimentare non si è mai fermato, tranne un piccolo rallentamento nelle ultime settimane. A godere dei prezzi più alti, però, non sarebbero i contadini, come denuncia Coldiretti Puglia. Un problema sempre meno regionale ma globale. «Nel mondo ai contadini i prodotti agricoli vengono pagati il 21% in meno. – sottolinea l’associazione di categoria -. Nell’ultimo anno è cresciuta l’inflazione alimentare sia nei paesi ricchi che in quelli poveri, con i prezzi del cibo che sono aumentati su valori che vanno dal +6,7% in Usa al +13,8% nell’Unione Europea, dove in Italia l’incremento è stato dell’10,7%, ma la situazione più difficile si registra nei Paesi poveri con balzi per fare la spesa alimentare che vanno dal +48% del Burundi al +49% del Pakistan fino al +52% del Ghana, secondo l’analisi della Coldiretti a giugno». L’inflazione, dunque, ha aumentato le disuguaglianze, così come evidenziato anche da numerosi report. Da qui l’invito di Coldiretti Puglia agli acquisti di prossimità per sostenere chi lavora vicino a dove viviamo. «Le vendite dirette con gli acquisti a km zero tagliano anche del 60% lo spreco alimentare rispetto ai sistemi alimentari tradizionali secondo l’Ispra e garantiscono un contributo importante alla lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici che provocano danni e vittime in tutto il mondo», ricorda Coldiretti Puglia.

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