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È cresciuto il reddito pro capite: si accorcia il divario Nord-Sud. Exploit per Puglia e Basilicata

Si accorcia la distanza tra il reddito medio pro capite dei cittadini del Sud e quelli del Nord prendendo in considerazione gli ultimi quattro anni.

Dalla pandemia in poi, dunque, nel mezzogiorno è aumentato del 9,1 per cento, contro l’8,3 dell’Italia nord-occidentale, il 7,7 del Nord-Est e il 7,3 dell’Italia centrale.

Tra le regioni non si può non sottolineare l’exploit della Basilicata, dove i redditi sono cresciuti mediamente del 12 per cento, ma anche della Puglia che con il 10,4 per cento di crescita è la seconda al Sud.

Sono solo alcuni dei dati che emergono nel report realizzato dall’Istituto Tagliacarne e da Unioncamere sui dati del 2022. Lo studio, oltre che su base regionale, ha analizzato i dati anche a livello provinciale. È proprio da questi dati che emerge come il riavvicinamento del Sud al Nord sia anche dovuta a un rallentamento della corsa dei redditi settentrionali. Se nel 2019, infatti, erano 23 le province centro-settentrionali al di sotto della media nazionale per reddito pro-capite (10 nel Nord-Ovest, 2 nel Nord-Est e 11 nel Centro Italia), nel 2022 sono salite a 28. Nonostante questo il Nord resta stabilmente in vetta per reddito disponibile per abitante con 32.855 euro registrati a Milano. Mentre bisogna arrivare all’undicesima posizione per trovare una provincia del Centro con Firenze 24.582 euro, tallonata da Roma con 24.581 euro, e scendere ben al 38 esimo posto per “imbattersi” con una provincia del Mezzogiorno, si tratta di Cagliari con 21.830 euro a testa.

Guardando alle ultime in classifica, invece, nel Sud è Enna a registrare il reddito pro-capite più basso con 13.701 euro. Mentre nel Centro la posizione peggiore è conseguita da Frosinone, al 99esimo posto con 14.593 euro, e nell’Italia settentrionale da Rovigo (70esimo posto, 18.350 euro).

La prima provincia pugliese è la provincia di Bari, al 64esimo posto, con un reddito medio pro capite cresciuto tra il 2019 e il 2022 da 17.341 euro a 19.300 euro. Segue all’86esimo posto la Bat, passata da 14.475 euro a 15.864. Quattro posizioni più in basso c’è Lecce (13.657 e 15597), al 92esimo Brindisi (13.824 e 15.456), Taranto 96esima (13.519 e 14.991).

Solo quartultimo posto, infine, per la provincia di Foggia (12.521 e 14.036). Delle due province lucane la prima nella graduatoria è Matera, 71esima con un reddito medio pro capite passato da 16.020 a 18.210 euro. Solo 81esimo posto per Potenza (13.776 e 16.141 euro).

Secondo Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne «l’analisi del reddito disponibile a prezzi correnti restituisce l’immagine di un Paese meno diseguale rispetto alla geografia del Pil. Più in generale, sembra che la nostra economia si stia articolando secondo direttrici che in tanti casi saltano la tradizionale dicotomia Nord-Sud». Ma, sottolinea Esposito, occorre «considerare che il processo inflattivo in questi anni ha colpito più il Mezzogiorno del resto d’Italia e questo sicuramente contribuisce ad ampliare i divari del potere di acquisto reale. Per questo, il tema vero resta quello della crescita della base produttiva per assicurare una occupazione di maggiore qualità e una più elevata consistenza del reddito delle famiglie fuoriuscendo dalle situazioni di precarietà oggi più diffuse nel Meridione».

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