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Comunali, dopo il voto parla il presidente Michele Emiliano: «Il nostro modello è quello vincente»

Il giorno dopo i risultati elettorali, il presidente Michele Emiliano gongola. E traccia la strada da seguire per i prossimi mesi.

Cosa dicono i dati elettorali?

«La coalizione che governa la Regione Puglia vince in tutti i comuni dove non si va al ballottaggio, con l’unica eccezione di Sava e di Canosa dove vince un raggruppamento civico trasversale. Persino in quei comuni dove per discordie locali non siamo riusciti ad andare totalmente uniti alle volte si è vinto al primo turno. E dove la coalizione per la Puglia non ha vinto, è andata comunque al ballottaggio con buone prospettive di vittoria finale. Ma la prova più difficile era Taranto, dove Pd, Verdi, M5S, Socialisti, Con, le liste civiche del Sindaco Melucci e del Presidente della Regione hanno stravinto le elezioni probabilmente superando il 60% dei voti e dando agli avversari più di venti punti di distacco. A Castellaneta la nostra coalizione, partita largamente sfavorita rispetto a quella ispirata dal centrodestra del Presidente della Provincia di Taranto, ha costretto al ballottaggio i suoi avversari. Giornata bellissima per la Puglia e per migliaia e migliaia di pugliesi che hanno dato così maggior forza alle loro città e al governo regionale».

Cosa pensa dei risultati a livello nazionale?

«Enrico Letta ha fatto un ottimo lavoro, portando il Pd ad essere il primo partito italiano. Lui è un riferimento per tutta la nostra comunità, grazie alla sua capacità di ascolto e di fare sintesi. Insieme a Giuseppe Conte, sta facendo un grande lavoro per tenere unita la coalizione e garantire il Governo Draghi. Il modello Puglia, che integra nel centro sinistra l’energia delle liste civiche intorno a programmi condivisi, può essere replicato a mio avviso non solo a livello locale ma anche nazionale per rafforzare la coalizione».

Dunque questo voto rafforza la sua linea politico-elettorale?

«Siamo consapevoli di aver dato vita ad un esperimento politico largo, nel quale collaborano Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Verdi Europei e Liste Civiche per generare buone politiche. La nostra coalizione quindi esce rafforzata da questo voto, che ci indica che la strada intrapresa è quella giusta».

Qualche alleato, o potenziale, le chiede di delimitare il perimetro all’area riformista, cosa risponde?

«Quello delle amministrative, e in particolare modo di Taranto, è il risultato di un progetto politico inclusivo, nel quale partiti e liste civiche hanno messo in chiaro il proprio programma Green, per il lavoro, per uno sviluppo economico che rispetti l’ambiente e la salute, per la cultura quale fattore di crescita sociale ed economica. Se oggi possiamo chiedere con forza a Roma, ad esempio, che Taranto diventi il polo dell’idrogeno nazionale e che bisogna far sì che la rivoluzione industriale passi da questa città e si estenda a tutto il Paese, è proprio grazie alla larga legittimazione che c’è dietro la nostra proposta. La coalizione si forma sui programmi e sui valori condivisi. E più questo programma è convincente per tutti più saremo in grado di generare cambiamento».

Ha presentato a Ostuni il movimento Sindaco di Puglia: cos’è? A cosa mira?

«Sindaco di Puglia è una lista elettorale come Con, Per la Puglia, Popolari per Emiliano, che insieme costituiscono un largo movimento civico plurale che mi accompagna da sempre nelle competizioni elettorali. Il movimento raccoglie gli amministratori locali e i cittadini impegnati nel mondo delle professioni, dell’associazionismo e del volontariato che hanno voglia di fare politica».

Anci Puglia chiede che sia possibile il terzo mandato per i sindaci. Lei punta al suo terzo mandato?

«Nella mia vita ho sempre servito le istituzioni, prima da magistrato antimafia, poi da sindaco di Bari e adesso da presidente della regione. Non è tanto importante quale sarà la mia prospettiva futura, ma il progetto collettivo che accompagnerà il percorso di tutta la grandissima comunità che in questi quasi 20 anni ha compiuto quella che molti chiamano la Rivoluzione Pugliese».

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