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Autonomia differenziata, i sindaci di Recovery Sud a Bologna: «Nessuna riforma ci separerà»

Una delegazione di sindaci di Recovery Sud incontrerà il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore, «per concordare iniziative e progetti che vadano in direzione opposta alla spaccatura dell’Italia che si sta progettando con l’autonomia differenziata».

Ad annunciarlo è Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti, coordinatore della rete dei sindaci del Sud Italia.

Si parlerà, spiega Carlucci, di proposte di collaborazione tra Bologna e i Comuni del Mezzogiorno, «dai quali provengono molti studenti e lavoratori che vivono nel capoluogo emiliano».

Grazie ai collegamenti e alle tecnologie, prosegue il primo cittadino di Acquaviva delle Fonti, «questi meridionali, a differenza del passato, non hanno chiuso i ponti con la terra in cui sono nati e possono essere i protagonisti di progetti di collaborazione che facciano crescere sia il Sud che il Nord, valorizzando proprio le conoscenze e le relazioni acquisite nei luoghi di partenza e in quelli che li ospitano».

L’incontro si terrà venerdì pomeriggio all’Altro Spazio, in viale Nazario Sauro: «Saremo a disposizione per incontrare tutti i pugliesi, i campani, i calabresi, i siciliani e tutti gli altri italiani del Sud che sono partiti dalle nostre città e vivono a Bologna. Per ascoltare suggerimenti e punti di vista sui nostri intenti e su ciò che rischia di accadere in Italia se verrà approvata questa riforma», dice ancora Carlucci.

Le istanze che i sindaci di Ricovery Sud porteranno a Bologna sono: cooperazione, da «contrapporre al disegno dell’autonomia differenziata teso a dividere la nazione», solidarietà, «che chiediamo a una regione che ha sempre creduto nei valori dell’eguaglianza e della coesione» e comprensione, «che auspichiamo in risposta a chi cerca di ingaggiare bracci di ferro sulle risorse del Pnrr, come se non esistessero i divari storici (la mancanza di asili, di palestre, di treni efficienti, eccetera) che le nostre città devono colmare. Come se le risorse del Recovery Plan non fossero state indirizzate all’Italia soprattutto a causa dei pessimi indicatori economici».

Con Bologna, conclude Carlucci, «storicamente nota per la sua ospitalità, si può costruire un modello di sviluppo a partire dal confronto sulle buone prassi che possano consentire di valorizzare le nostre aree industriali e tutte le risorse poco sfruttate del Mezzogiorno. Perché dalle crisi si esce insieme, e mai “separati”!».

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