Home Attualità Aggressione a Parco Rossani, sit-in degli attivisti: «Chiamateli crimini d’odio» – VIDEO

Aggressione a Parco Rossani, sit-in degli attivisti: «Chiamateli crimini d’odio» – VIDEO

(foto di Luca Turi)

«A meno di 24 ore dal Bari Pride si è consumato in questo posto un gravissimo episodio di violenza omontransfobica e noi a meno di 24 ore da questo episodio ci teniamo a essere qua affinché un nuovo luogo di socialità non diventi teatro di violenze così gravi». Lo ha detto Luca Armigero, portavoce del Bari Pride, al presidio organizzato da diverse associazioni baresi a Parco Rossani che ieri è stato teatro di una brutale aggressione nei confronti di una ragazza 23enne e di un ragazzo 19enne non binari.

I due sono stati accerchiati e aggrediti sia verbalmente che fisicamente, fino al lancio di un sasso, tanto che si è reso necessario il ricovero in ospedale.

L’obiettivo del presidio organizzato per oggi, 4 luglio, a Parco Rossani, spiegano gli organizzatori, è «immaginare una risposta che agisca sul piano culturale a partire dalle istituzioni e dai luoghi di formazione».

Quello di ieri, ha sottolineato Armigero, è stato «soltanto uno dei cinque episodi a cui abbiamo assistito a ridosso del Bari Pride che mai come quest’anno ha rappresentato un “bagno di realtà” rispetto alle discriminazioni che si consumano quotidianamente sul nostro territorio, nelle strade, a scuola, nei luoghi della formazione. Per cui ci teniamo ad essere tanti, a dare una risposta forte, compatta, immediata».

È importante, prosegue, che questo tipo di aggressioni vengano chiamate «crimini d’odio, perché ad oggi quello che è successo per la legge è una rissetta come tante altre in cui sparisce completamente il movente: queste persone sono state prese di mira per il loro orientamento sessuale, per la loro identità di genere, sono state derise, insultate, sbeffeggiate, gli hanno lanciato dei mozziconi di sigaretta ancora accesi, infine un sasso in testa».

Quello a Parco Rossani è stato forse l’episodio più grave, ma poco dopo il Pride di sabato scorso se ne sono verificati altri: «Forse meno gravi di questo? Non so dirlo, parliamo comunque di insulti, un ragazzo è stato aggredito perché portava con sé una bandiera, gli è stata tolta la bandiera, spezzata l’asta su cui si reggeva e se sono così poco spaventati di aggredire di fronte a più di 10mila persone, figuratevi quando siamo da sole e da soli per le strade», conclude Armigero.

Fotoservizio di Luca Turi.

Aggressione a Parco Rossani, sit-in degli attivisti: «Chiamateli crimini d’odio»

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