Home Puglia Bari Aumenti nelle Rsa pugliesi, l’avvocato dell’associazione “Welfare a levante”: «Delibere illegittime»

Aumenti nelle Rsa pugliesi, l’avvocato dell’associazione “Welfare a levante”: «Delibere illegittime»

L’illegittimità delle delibere con cui la Regione Puglia ha ridotto le tariffe per le Rsa individuate con il regolamento regionale del 2005, una quindicina in tutta la Puglia. E poi l’altra questione, quella sulla quota di compartecipazione del servizio sanitario nazionale per le strutture con livello di assistenza estensiva, ridotta dal 70 al 50 per cento. La restante parte, cioè l’altra metà, è a carico del paziente.

Si è mossa sui due binari, che procedono in parallelo, ieri mattina la discussione dinanzi ai giudici del Tar di Bari del ricorso presentato dall’associazione “Welfare a Levante” e da tre Rsa pugliesi (una di Foggia e due di Taranto).

A presentare ai giudici della seconda sezione del tribunale amministrativo pugliese i temi del ricorso, l’avvocato Francesco Follieri, in rappresentanza di tutti i ricorrenti. Si chiede allora di annullare le decisioni dell’ente, che penalizzerebbero sia gli imprenditori che, e soprattutto, le famiglie degli anziani ricoverati. Se da una parte, per un posto letto occupato da un anziano la contribuzione della Regione passa dai 180,80 ai 100,33 euro (anche se ammalato di Alzheimer), dall’altra parte le famiglie degli “ospiti” si trovano ad esborsi molto più consistenti: per un anziano “ordinario” si passa da una spesa mensile di 907,20 euro ad una di 1.505,10.

Mentre per un anziano afflitto da Alzheimer, e quindi con bisogni di assistenza diversi, chi pagava 1.170 ora ne pagherà 1.500, 10. Una variazione che, peraltro, ha decorrenza retroattiva. La decisione risale infatti alla delibera adottata nell’ottobre del 2022 che stabiliva per i nuovi ricoveri la quota di partecipazione alla spesa pari al 50 per cento (circa 1.500 euro al mese) e non più al 30 per cento come successo fino ad allora.

Sul provvedimento, i giudici amministrativi pugliesi avevano deciso di “bloccare” l’aumento dal 30 al 50 per cento della quota di compartecipazione a carico delle famiglie, sospendendo l’esecutività dei provvedimenti impugnati, limitatamente al loro effetto retroattivo, fissando per la trattazione di merito del ricorso proprio nell’udienza pubblica di ieri.

Ma nel frattempo è intervenuto il Consiglio di Stato che ha annullato la cautelare di primo grado.

Nel corso del giudizio si sono costituiti anche i familiari di anziani ospiti in altre strutture. Dopo la trattazione del ricorso, i giudici si sono riservati la decisione che potrebbe essere resa nota anche tra un mese e mezzo.

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