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domenica 8 Settembre 2024
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Emiliano: «Decaro dalla sorella del boss? Fraintese le mie parole. Ecco com’è andata»

Sta facendo discutere l’aneddoto raccontato dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, durante la manifestazione di oggi a sostegno del sindaco di Bari, Antonio Decaro.

Facendo riferimento agli anni in cui era sindaco, Emiliano, parlando dal palco, come mostra il video della diretta postato dallo stesso Decaro su Facebook, ha rivelato una storia che ha fatto scalpore, ovvero di aver portato l’attuale sindaco, allora suo assessore alle prese con la decisione di chiudere al traffico Bari Vecchia, a casa della sorella del boss del quartiere e di averglielo “affidato”.

«Un giorno – racconta Emiliano – sento bussare alla porta, Decaro entra, bianco come un cencio, e mi dice che era stato a piazza San Pietro e uno gli aveva messo una pistola dietro la schiena perché lui stava facendo i sopralluoghi per la ztl di Bari Vecchia (…). Lo presi, in due andammo a casa della sorella di Antonio Capriati, che era il boss di quel quartiere, e andai a dirle che questo ingegnere è assessore mio e deve lavorare perché c’è il pericolo che qui i bambini possano essere investiti dalle macchine. Quindi, se ha bisogno di bere, se ha bisogno di assistenza, te lo affido».

Poi, aggiunge parlando della caratura antimafia di Decaro, «ricordo che dopo pochi mesi andammo a confiscare tutte le case dei Capriati in piazza San Pietro».

La precisazione: «Fraintesa una frase che in 20mila hanno capito perfettamente»

Attraverso la propria pagina Facebook, Emiliano chiarisce quanto accaduto: «Leggo agenzie nelle quali si fraintende una frase che ventimila persone presenti oggi in piazza hanno perfettamente compreso».

Il presidente della Regione spiega di aver «raccontato un fatto realmente avvenuto quando chiudemmo al traffico Bari Vecchia. E di fronte a un episodio nel quale avevano invitato il mio assessore ad andarsene dai luoghi dove stava lavorando, andai di persona dalla sorella incensurata del boss Antonio Capriati, che avevo arrestato e fatto rinviare a giudizio e poi condannare per omicidio, per farle capire che le cose erano cambiate, quegli atteggiamenti non erano più tollerati, che potevano rivolgersi all’assessore solo con modi civili ed educati (e qui l’iperbole “te lo affido se ha bisogno di bere, di assistenza”) visto che si trovava lì per svolgere il suo lavoro. Quando dopo pochi mesi confiscammo come Comune di Bari le case della famiglia Capriati site lì vicino – prosegue -, nessuno si oppose e adesso quelle case sono centri sociali importanti e mai nessuno li ha più infastiditi. Questi i fatti. Questa la mia condotta, che ripeterei. Perché Decaro poté finire tranquillamente il suo lavoro di assessore al traffico creando la Ztl a Bari vecchia e perché abbiamo realizzato un enorme lavoro per liberare Piazza San Pietro. Agii come avrebbe agito un Carabiniere di fronte ad un fatto non perfettamente definito che andava stroncato con la autorevolezza della figura del sindaco che senza strepiti risolse ogni problema e mise tranquilli coloro che avevano creato problemi».

Gasparri: «Sconcertante. Se i boss minacciano si va in procura»

«Parole sconcertanti di Emiliano. Se i boss minacciano si va in Procura non a casa loro». Così su X il capogruppo di Fi al Senato Maurizio Gasparri, postando il video della manifestazione di oggi a Bari.

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