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Ospedale Covid a Bari, il pm: «Gli imprenditori amici di Lerario soggetti pericolosi»

«Soggetti altamente pericolosi, ove si tenga conto del numero dei fatti-reato contestati, della particolare complessità del meccanismo elaborato per realizzare gli illeciti guadagni, della spregiudicatezza e determinazione manifestate nell’esecuzione dell’illecito disegno».

Arresti per tre

Per il procuratore del tribunale di Bari, Roberto Rossi, tre degli imprenditori “amici” di Mario Lerario, possono essere “neutralizzati” solo con gli arresti domiciliari. Lo scrive nelle 13 pagine depositate all’ufficio gip, facendo appello contro il “no” del gip all’arresto dei tre richiesto alcune settimane fa dai pm.

Sono Sigismondo Zema (meglio conosciuto in città come “Sigi”), titolare della omonima ditta individuale e rappresentante legale della Demetrio Zema srl unipersonale; Domenico Tancredi, in qualità di referente della Neos Restauri srl (già Tancredi Restauri srl); Alessandro Goffredo Nuzzo, socio della Pulisan srl e sino al 9 gennaio 2023 rappresentante legale. I tre, tra i 10 ai quali è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari, sono accusati a vario titolo di turbativa d’asta, corruzione e falso in atto pubblico.

Le esigenze cautelari

Secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, ci sarebbe pericolo di reiterazione del reato: sono ancora iscritti al portale degli appalti Empulia e nell’ultimo anno hanno ricevuto altre commesse. È il caso della “Demetrio Zema” che un anno fa ha effettuato una fornitura di “materiale d’ufficio per la Segreteria del Comandante del Comando Militare Esercito Puglia”, per mille euro.

Nuzzo, invece, a dicembre ha ricevuto la liquidazione dell’appalto da 258mila euro, per il servizio di pulizie degli uffici della Regione e a marzo 2023 ha vinto un appalto al Comune di San Vito dei Normanni, per 111mila euro. Quanto alla Neos restauri (già Tancredi restauri), a settembre ha vinto l’appalto di 3 milioni e mezzo per “Lavori di adeguamento sismico e normativo dell’Istituto Scolastico ISIS E. Fermi di Bibbiena (AR)”, finanziato dall’Unione europea.

Le personalità

Gli elementi raccolti, per la Procura, evidenziano «una predisposizione a delinquere, cospicua, inquietante e, soprattutto, non occasionale o legata alla contingenza». Ed è chiara, per Rossi, «l’esistenza di una rete ben collaudata, comprovata dai reati in concorso commessi sia da rapporti tra gli indagati comprovati dalle intercettazioni. Vedi ad esempio -si legge nell’appello – le modalità di incontro tra Zema, Tancredi e Lerario che sono assolutamente significative della rete di rapporti illeciti sistematici».

Zema, in particolare, è considerato «il punto di connessione tra funzionari e imprenditori negli affari illeciti. Soggetto che agisce con professionalità nella commissione dei plurimi reati contestati». Incaricato dalla Sis*Med (altra ditta sotto i riflettori) dell’attività di “consulente marketing ricerche di mercato” e di “affiancamento nell’attività di logistica inerenti le vendite”, e “responsabile del servizio di gestione della logistica aziendale della fabbrica di Dpi realizzata dalla Protezione Civile nei locali dell’ex Ciapi. «È stato possibile documentare – scrive Rossi – come Sigismondo Zema fosse talmente contiguo ai pubblici ufficiali da essere capace di determinare talune scelte della stazione appaltante in relazione alle procedure che doveva adottare per l’affidamento di lavori e forniture , arrivando ad ideare e promuovere artificiosi frazionamenti di appalti unitari, con il fine di rendere possibile l’affidamento in via diretta di ognuna della frazioni alla sua società, o ad imprenditori da lui indicati e che con lui avevano rapporti d’affari».

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